"Live on Two Legs" è il primo Live ufficiale dei Pearl jam, pubblicato nel 1998 dalla Epic records, e registrato durante il tour estivo seguente all'album "Yeld". La line-up di quel tour vedeva il leader Eddie Vedder alla voce (e chitarra), Stone Gossard e Mike McCready chitarre, Matt Cameron alla batteria e Jeff Ament al basso. Si tratta di un ottimo disco dal vivo ben prodotto e ben montato, con una perfetta resa sonora. Le performance sono oneste e sincere, senza fronzoli, senza sbavature. Il materiale suonato è tratto dai primi cinque album in studio della band e ne comprende molti dei pezzi migliori, a parte qualche illustre assenza, come ad esempio Alive, uno dei pezzi più rappresentativi dei Pearl Jam. Del Grunge in questo live sopravvivono ormai solo lontani ricordi, si tratta infatti di un album rock a tutti gli effetti, finalmente liberatosi delle etichette, tutto feeling e passione, indipendente e senza confini prestabiliti. Un rock maturo, tipicamente made in U.S.A., ben lontano dal brit pop (Blur, Oasis), che in quegli anni dominava le classifiche in Europa. Va detto che lo stesso Grunge più che un vero e proprio genere musicale, fu una tendenza, un atteggiamento, che probabilmente ebbe i suoi motivi d'essere, ma che si dissolse ben presto con la tragica fine del suo maggior esponente, Kurt Cobain, lasciando molte delle band che ne fecero parte in un certo stato confusionale, dal quale alcune ne uscirono semplicemente tornando a far musica con la consapevolezza che l'esser confinati all'interno di un territorio fin troppo ristretto comporta più problemi che vantaggi.  

Sul palco la band sembra essere veramente a suo agio, ripropone i propri pezzi nudi e crudi, badando a suonar bene; ottima la sezione ritmica e chitarre in primo piano, ma senza eccedere in indulgenti prolissismi strumentali, pochi assoli, ma ben piazzati e ben eseguiti, grande rispetto per il pubblico. Grazie ad una sapiente alternanza fra lenti, mid tempo e pezzi più tipicamente rock incazzati, l'album mantiene vivo l'interesse dell'ascoltatore per tutta la sua durata, senza annoiare. Si parte con "Corduroy" e poi via fino all'ultima "F*ckin' Up", ottima cover di Neil Young, un omaggio al grande artista che tanto ha ispirato la band nella scrittura dei testi e che in passato aveva collaborato con la stessa in prima persona. Le prime tracks scorrono via bene, con "Daughter" allungata in un medley che comprende Rockin' in the free World, ma è dall'infuocata "Go" in poi che il disco mostra tutta la sua bellezza, con la splendida "Red Mosquito" magistralmente cantata da un Vedder in grado di destreggiarsi con sfumature vocali notevoli, confermandosi una delle migliori voci del rock. L'accoppiata "Off he goes" e "Nothing Man" ci porta in un'atmosfera romantica e malinconica, due ballads struggenti, splendide, alle quali segue l'infuocata "Do The Evolution", pezzo hard rock di gran potenza e molto ben strutturato, un'amara critica al rovescio della medaglia che spesso si cela dietro il progresso. "Better Man" è forse il pezzo preferito dal pubblico, lo testimonia l'enorme entusiasmo che traspare durante la sua esecuzione. Non mancano anche brani meno noti, ma che nell'insieme non sfigurano affatto. Sedici pezzi in totale, per oltre 70 minuti.

Se l'album "Yeld" aveva suscitato qualche perplessità, con questo disco dal vivo i Pearl Jam dimostrarono di essere una delle migliori rock band in circolazione e di avere ancora molto da dire. Insomma "Live on Two Legs" non sarà di certo un disco epocale, ma fatto girare nel lettore cd fa sempre la sua porca figura.

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