“Ten” – Pearl Jam – e si è detto tutto.
Album di esordio (1991) a dir poco epistolare di congiunzione tra uomo e il suono.
Influente e tutt’altro che superficiale e direi fondamentale è la capacità dimostrativa di ciò che la musica può trasmettere nella realizzazione di brani come questi.

“Ten” Album di straordinaria e continua bellezza, 11 solchi che racchiudono lo sfondo problematico di situazioni perenni e purtroppo ancora attuali, che si vivono in tutto il nostro globo, omicidi, suicidi, incomprensioni familiari, maltrattamenti minorili e non, bugie, repressioni, povertà, ragazzi che scappano, pestaggi, droga, senzatetto etc etc, che in questo caso hanno toccato personalmente anche i componenti del gruppo, non sto a raccontarvi le loro storie già descritte spesso e che potrebbero annoiare anche perché sono problemi oramai ben conosciuti, ma mi preme esprimere “l’unione” , come dicevo all’inizio della recensione, tra uomo e suono.
Ed è incredibile quanto possa essere difficile poter commentare, un album come questo, ma farlo fa la differenza, e dove sta la differenza? Sta nel saper essere grandi artisti e riuscire a farlo attraverso la musica…, nonché strumento perfetto per creare e trasmettere lo sfogo di una situazione trascendentale repressa e trasportarla nell’anima di chi l’ascolta.

Non c’è niente da discutere su questo, essere grandi, vuol dire questo!
L’urlo di rabbia della voce incredibile e perfetta di Eddie Vedder non scalfisce o appanna neanche che dopo 14 anni dall’ uscita, ascoltarlo ora, è come se non fosse passato il tempo.
Un Hard Rock e un Grunge Rock forte dalle sfaccettature violente e aggressive che introducono altrettanti brani leggeri e dolci ma interamente puri, io adoro “Even Flow”, ti inchioda quella voce che cala e poi si alza, ma devo dire che tutti e quattro i primi brani sono della stesso spessore, li senti penetrare nella pelle e scorrere nel sangue, come una scossa elettrica attraversano il corpo e sfociano in un orgasmo musicale multiplo che vanno dal platonico al concreto, dove ti viene solo voglia di allargare le braccia e le dita come se una forza magnetica ti paralizzasse al muro, nell’attesa dell’arrivano di brani come “Black” e “Release” (che chiude in modo straordinario l’ lbum) dove sono carichi di una dolcezza unica, e poi “Jeremy” e “Oceans” bellissime, non c’ è che dire…

La voce di Eddie ipnotizza e seduce i bollenti spiriti, ti strappa le budella, racconta i fatti e ti fa innamorare, in poche parole sono animali allo stato puro, che creano emozioni da viverle ogni volta che le si vuole provare. Anche in questo caso, come già detto, anche la copertina è un segnale di buon auspicio, l’intreccio e l’unione ben salda delle braccia innalzate al cielo.

Un disco che bisogna avere sicuramente ed è il più bello dei Pearl Jam.

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