"PJ20" (ovvero l'abbreviazione del ventennale della carriera dei Pearl Jam dalla pubblicazione di "Ten" nel 1991) non è un live, nè una raccolta di b-sides, rarità, demo o cover. Ma è tutto questo messo insieme. Ne consegue quindi che l'ascolto non sia dei più facili, anche per una band così apprezzata nel globo. Nemmeno il fatto che venga fatta passare per la colonna sonora del relativo film girato dal Cameron Crowe di "Elizabethtown", "Vanilla Sky" e "Singles" serve a rendere più dolce la pillola, in quanto si tratta comunque di un'opera resa monca della parte filmica, che quindi perde molto se ascoltata senza una parte visiva di accompagnamento. L'idea di partenza del regista è stata quella di replicare il modo di trattare una band, nel pieno della sua maturità e del suo successo, come era stato fatto da Jeff Stein con gli Who ed il suo "The Kids Are Alright", nel tentativo di far capire il flusso di umori che si crea nel corso degli anni tra i componenti di un gruppo ed i loro spettatori. Nelle oltre due ore di questo doppio album ci viene concessa la possibilità di ascoltare i cinque di Seattle nelle loro performance dal vivo, sempre di alto livello, con alcune rarità particolari fatte in piccoli locali o in studi televisivi come "Just Breathe", eseguita al Saturday Night Live, o la ormai celebre esecuzione di "Black" agli MTV Unplugged con tanto di brividi incorporati. Ma i Pearl Jam, si sa, sono una macchina da concerto collaudata da decenni, che ha dato ampia dimostrazione a tutti delle proprie qualità pubblicando per anni tutti i bootleg dei loro concerti scaricabili gratuitamente on-line. Quindi alla fine un'operazione come questa, slegata dal film, aggiunge poco ai fan accaniti (tranne forse l'interessante cover "Walk With Me" suonata assieme allo stesso Neil Young), e non è un gran punto da cui iniziare per i neofiti, vuoi per la qualità a volte bassa delle registrazioni, vuoi per la presenza di tanti brani incompiuti, i famosi demo. Per completisti.
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