La passione, la furia, l'amore, il dissenso, la famiglia... I temi che avvolgono le anime di chi ha realizzato questo album che ha segnato la storia del rock-grunge come non se ne sente ormai da tempo. C'è da dire che questo è il lavoro che, dopo il precedente "Ten", ha portato i Pearl Jam alla loro vera consacrazione.
La formula è la stessa del 1° album: Un Eddie Vedder più maturo con una voce aggressiva, ma con molti più spigoli smussati; Mike McCready con le sue evidenti influenze hendrixiane presenta però solistiche molto più virtuose, grazie anche a Stone Gossard che è sempre pronto a sostenerlo con degli accompagnamenti originali e mai monotoni; il mix è integrato dal supporto ritmico del cavallo Dave Abruzzese con le sue percosse spaccapelli che hanno sempre contraddistinto il tocco prorompente e preciso di questo batterista, ed la linea di basso di Jaff Ament che si muove rapidamente riempiendo, alternandosi, le parti di chitarra ritmica e di batteria.
Il team ora è completo per eseguire un lavoro equilibrato ed impeccabile nel suo genere: il brano di inizio è l' avvolgente "Go" che dà ad ogni elemento il suo spazio espressivo, passando poi al classic rock di "Animal" che viene compensato dalla tenera "Daughter", un pezzo intimo che dipinge un tenero quadro familiare. Altre tracks di spicco sono "Rats" dallo stile funckyieggiante e la splendida "Rearviewmirror", il brano più enfatico dell' album in un mix di irruenza e lievi frammenti di psichedelia.
Dire che Vs sia un disco storico è restrittivo, ma senz'altro è la colonna sonora che accompagna i ricordi di un tempo ormai lontano, quando il "rock sgangherato" riempiva i garage d' oltreoceano, sfornando delle opere d'arte pari a delle pietre milari... Bei tempi...
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