Allora, ho controllato. Questa è la quarta recensione del disco. Pensaci bene, caro Fabio, queste belve senz'anima potrebbero notarlo e scuoiarti vivo perchè non si tratta di una novità... Correrò il rischio, andiamo avanti!

Sarò onesto, qui sono di parte. I Pearl Jam sono il mio gruppo preferito, e questo è il loro disco che ascolto più volentieri. Eppure, è facile notare come artisticamente sia di molto inferiore ad altri episodi di questa variegata discografia. Ciò che però mi attira sempre più di "Vs", è come sia ancora avvolto da quel soffio caldo e profondo che caratterizza molti dischi grunge (vi prego, non iniziate il solito dibattito esiste / non esiste), ma allo stesso tempo da il via allo stile che ancora oggi si riconosce nel D.N.A. di Vedder & Co.

Il precente sforzo, "Ten", era frutto di numerosi riff di chitarra creati in epoca Mother Love Bone dal ritmico Stone Gossard. Per questo mi sento di considerare il suo successore come il reale debutto dei nostri cinque. Qui sono presenti stili latenti fino a quel momento nella loro alchimia sonora.

Tranquilli, non mi metterò a fare l'odiato track-by-track, mi limito a citare qualche esempio. Nella categoria un pò più pesante troviamo i due pezzi d'apertura, "Go" ed "Animal", entrambi suonati con un'accordatura in drop D, poi un pezzo più tirato e sgolato come "Blood", e infine "Leash", che più di tutte è la traccia che prosegue sullo stile del disco d'esordio, e fu infatti suonata già nel relativo tour.

Non mancano però le ballate acustiche, "Daughter" e "Elderly Woman Behind The Counter In A Small Town", cantautorato old-school. "Rearviewmirror" introduce nel gruppo un modo di scrivere canzoni portato avanti ancora oggi, mentre "Rats" è strutturato su una base lounge.

Due pezzi unici sono "Indifference", ineffabile, commovente, e "W.M.A." (White Man American), un primitivo e tribale mantra ispirato ad un episodio di razzismo.

La copertina incarna lo stato mentale in cui la band, o forse solo alcuni membri di essa, sentivano di trovarsi in quel preciso momento storico. Nessun video di lancio, quasi nessuna intervista all'uscita del disco. Eppure venderà più di 980.000 di copie nella prima settimana, stracciando le vendite del rivale "In Utero" ("solo" 180.000). Strano come il secondo oggi sia decisamente più popolare del primo. Effetti collaterali di un colpo di fucile?

Questa mia recensione penso che non aggiunga nulla alle tre già presenti. Anzi, mi sa che c'è scritto anche di meno. Se la pensate così, ricopritemi di 1, io almeno mi sono divertito, eccheccazzo!

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