2 parole: Furore e rock, per circoscrivere l'ultimo sforzo dei pj degno di nota.
Furore è ciò di cui l'album deficita. Perlomeno in relazione agli illustri predecessori, ten su tutti. La voce è sempre quella potente un pò paternale del buon vecchio Vedder; i riff sono sempre quelli vagamente grungeosi della ben nota discografia. Ma la band non aggredisce più microfoni chitarre batterie et quant'altro col divin furore che accompagna inevitabilmente chi sa di aver grave sulle spalle l'insostenibile leggerezza di occhi, pugni e denti digrignati di una generazione. E questo non sempre è un male. Non ha più, però, nemmeno quel furore ispirativo che forse qualcuno chiamerebbe catarsi (termine tanto trendy che quasi quasi mi vergogno un po' ad usare), che ti porta ad urlare e denti stretti rabbia e dolore laceranti dentro aggrappato ad un'asta, chè ormai non importa più niente se non urlare.
Rock è ciò che l'album conserva. Nonostante tutto. Ed il rock è quello puro, quello che affanculotuttiquanti, quello che saltiamo tutti quanti insiemi che sarà come essere una cosa sola, un unico corpo un unico sentimento.
E dopo un po' ci si rende conto che questo cd è solo un semplice leggitimissimo cambio di prospettive. Per farla breve non siamo più nella notte umida e leggermente sinistra di una Seattle tra tombini fumosi e vagabondi che si riscaldano le dita delle mani scoperte dai guanti con timidi bivacchi sui marciapiedi. Siamo invece su una Mustang con specchietto e fanalino sinistro rotto a centoventi su una polveriera dell'Arizona, tra palle di fieno e aridi cespugli. Si guarda l'orizzonte e si parla di ciò che è stato.
Cinque ragazzoni dai capelli un pò imbianchiti, ma con ancora indosso i jeans strappati.
E' in questo contesto che Yield trova il suo più naturale profumo. Francamente imbarazzante in ogni tentativo di non essere ciò che è (vedi "War"), l'album serba comunque la sua sottile et un pò rozza poeticità, negli occhi un pò stanchi ed un pò riflessivi, ma sempre abbastanza incazzati, di quei cinque capelloni appoggiati alla loro Mustang ad ammirare il tramonto.
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