Ho trovato molto strano che non ci fosse ancora questa recensione su DeBaser, quindi cum magno gaudio mi avvio a redigerla io.

Tra i più importanti esponenti della scena Neoprogressive, assieme a Marillion, Pallas e IQ, vi sono i Pendragon, anch'essi sempre mossi dall'ispirazione principalmente a tre pilastri: Genesis, Pink Floyd e Camel (nonché ai Marillion stessi in quanto icone del neoprogressive). Ognuno di questi gruppi rielaborava nelle maniere più disparate e personali ciò che negli anni '80 si coglieva del prog settantiano.

Dopo molti anni di gavetta, ottenuta finalmente una certa attenzione solo verso l'inizio degli anni '90, dopo il fiasco di una tentata svolta mainstream e new wave, il frontman Nick Barrett, caratterizzato da una voce piuttosto singolare per il genere e da una grande maestria chitarristica, insieme al tastierista Clive Nolan, ormai più che un addetto ai lavori della scena prog degli ultimi vent'anni, forgiano nel 1996 quello che è da molti considerato il miglior album dei dragoni. Il preludio ad una buona opera c'era stato eccome, a partire dall'album "The World" in poi. Dopo "The Masquerade Overture", invece, bisognerà aspettare il 2008 con "Pure"  -eletto miglior album del 2008 dalla Classic Rock Society- per vedere i Pendragon di nuovo ad alti livelli, stavolta però con un prog di ispirazione quasi nu metal in certi tratti (Barrett non nascose a suo tempo l'interesse per questo genere).

Fatto sta che l'overture mascherata è davvero un'ottima raccolta di lavori progressive, con un'idea anche di unità dell'opera. Idea che è fornita proprio dall'inizio dalla title track, in cui le tastiere di Nolan propongono velatamente alcuni piccoli temi che troveremo poi svolti nel cuore del disco -per questo "Overture"- seguite da un canto corale in italiano, in onore della Venezia dei carnevali (riportata anche in copertina) -per questo "Masquerade".

E a seguire, una serie di brani ispirati e coinvolgenti, in primo piano le tastiere e gli assoli floydiani di chitarra, accompagnati da una batteria con l'astrazione dei migliori Genesis. I punti di massima di questo album sono a mio parere "As Good As Gold", "The Shadow" (soprattutto la sezione finale, "King Of The Castle", un coro da brividi che trasporta in altre dimensioni, eseguita poi live singolarmente), e la finale "Master of illusions"; ma soprattutto (l'ho lasciata alla fine perché è la prima come importanza) la bellissima e suggestiva "Paintbox".

Sì, forse è proprio il miglior album dei Pendragon, questo "The Masquerade Overture": un ottimo concentrato di brani prog dalla lunghezza stuzzicante, pieno di spunti che lo rendono interessante quasi in ogni parte. L'unico problema è che in alcuni punti le tastiere, per quanto caratteristiche, fondamentali e magistralmente suonate, risultano quasi insulse, prive di colore e direzione. Per il resto quasi un capolavoro... Consigliato!

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