La missione dei Pendulum dal 2002, anno della loro formazione quando erano ancora un trio (composto da Rob Swire, Gareth McGilleth e Paul "El Hornet" rispettivamente voce principale/synth, bassista e tastierista/dj nella formazione attuale), fino ad oggi è sempre stata quella di svecchiare il complesso mondo della DnB, ormai in declino.

Con al loro attivo due album, nei quali hanno dimostrato di essere un gruppo versatile e capace di mescolare diverse correnti di pensiero e di padroneggiare una moltitudine di generi musicali con intelligenza e gusto, e con un successo in costante crescita che ha portato alcuni fan (ingiustamente) a definirli "troppo mainstream" il gruppo lancia la sfida definitiva: creare un album che sintetizzazze l'idea dei Pendulum come gruppo, senza curarsi partciolarmente di una linea musicale troppo precisa.

Il 24 Maggio 2010, dunque, esce in contemporanea mondiale il terzo attesissimo album del sestetto dal titolo "Immersion" e, come era facilmente prevedibile, la sfida è stata vinta in maniera piuttosto semplice.

Il disco propone 15 tracce dense di musicalità e intelligenza, senza strafare con la sperimentazione, rubando tutto il buono che il gruppo era riuscito a proporre nei loro album precedenti e arricchendo il tutto con qualche nuovo genere infilato qua e là tra i pezzi (tru su tutti il dubstep e il metalcore e l'industrial) e svariate collaborazioni con esponenti di generi disparati (gli In Flames nello stesso album in cui suona anche Liam Howlett dei Prodigy???): il risultato è un album variegato, che annoia difficilmente, che sa far scatenare con canzoni tiratissime (Salt In The Wounds, Immunize, The Island pt.2, The Vulture); dimostra le capacità artistiche del gruppo con pezzi ispirati e alquanto insoliti per gli standard del gruppo (Crush, The Island pt.1, Witchcraft, The Fountain); regala al pubblico i classici pezzi à la "Hold Your Colour" con parti di chitarra acustica e cantato clean leggermente poppeggiante ormai divenuti un classico del sound system australiano (WaterColour, Set Me On Fire, Encoder) e, ciliegina sulla torta, il gruppo compie un tributone al metal... sì al metal (CompraChicos che ricorda un po' l'industrial di Mr.Reznor e Self Vs. Self che di elettronico non ha proprio niente è semplicemente un concetrato di cattiveria thrash/metalcore) tutto questo aggiunge quel tocco in più al solito minestrone DnB, come già i sei ci avevano già abituato nei dischi passati, rendendo di fatto questo il loro lavoro più completo e difficile da classificare in un genere ben preciso (nel dubbio opto per un asettico e banalissimo techno-rock) poichè in questo lavoro c'è tanto di quel materiale da poter infilarci almeno... una decina di generi?(drum and bass, punk-rock, rock acustico, indie rock, dubstep, techno ignorantona à la Justice, house, big beat, hip-hop, metalcore, industrial metal e techno rave vecchia scuola per i tastieroni usati da Swine e McGileth).

In sintesi: Swine e soci dimostrano di essere un gruppo in costante evoluzione, capaci di sorprendere e utilizzare la musica in maniera intelligente; questo "Immersion" è il risultato di un difficilissimo e meticoloso lavoro di ricerca della alchimia perfetta tra rock e elettronica, non è musica da dancefloor ma neanche musica da metallari incazzati col mondo. Live fa sicuramente la sua ottima figura (specialmente se il pubblico ha qualche osso e qualche ettolitro di sangue da buttare nel pit).

Consigliatissimo.

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