Il primo pinguino non si scorda mai...

“Piccoli esercizi di magia”, diceva il Riccardo. Tra felicità folkie e malinconica grazia.

E comunque ci sono talmente tante cose da dire che converrà dirne pochissime.

Tu intanto siediti...

Pausa è premere il tasto stop. Sosta è sentirsi a casa. La differenza la fa qualcosa nell'aria, un piccolo salto involontario di là dal guado.

Arriva, succede e non sai perché.

Sosta è un piccolo caffè, il “posto pulito, illuminato bene”, un mezzo sorriso degli occhi, un'energia che non chiede niente.

Allora, senza nemmeno che tu te ne renda conto, trovi una posizione, rilassi le spalle, le gambe, la schiena...

Poi ti guardi intorno e tutto è esattamente come deve essere.

Io, per esempio, adesso vedo un gatto che dorme, ma per lui non vale, lui al caffè pinguino c'è sempre.

E comunque se più che l'imparare vale il disimparare, qui si fa tabula rasa del sovrappiù. Non è poco.

“Io sono il proprietario del Penguin cafè... e vi dirò parole a caso”. Tra quelle parole i puntini di sospensione che tocca a noi riempire.

Senza fretta però.

Tutto il repertorio che si conviene a un'orchestrina: ariette popolari, esotismi d'antan, visioni atmosferiche, piccoli mantra. Più qualche segreto che è meglio non rivelare.

Diciamo solo che, piccolo miracolo, ordine e spontaneità per una volta stanno insieme.

Il primo pinguino non si scorda mai...

Carico i commenti...  con calma