"From The Ashes" è un album, che pur rimanendo nel suo solito stile HC-Pennywise, riesce a sprigionare grandi emozioni e tanta melodia, grazie ai riff graffianti di Fletcher ed alla solita velocità ritmica dello statuario Byron, dimostrando di poter dare ancora molto alla ormai sbiadita scena punk mondiale. I testi sono segnati dai tragici fatti dell'11 settembre, che sconvolsero la vita civile americana, riagganciandosi ai temi sociopolitici del precedente "Land Of The Free" e dalla scomparsa del padre di Fletcher.

Si capisce subito dalla prima traccia "Now I Know", scandita dalla consueta ed infernale batteria che accompagna l'energica voce di Lindberg, che ci si trova davanti ad un disco davvero ben fatto. Segue poi il trittico entusiasmante "God Save The USA", una protesta contro il governo americano, "Something To Change" e "Waiting" dai ritornelli che fanno grande presa. Dopo "Salvation" arriva la bella "Look Who You Are" che ci spinge a scoprire la nostra personalità all'interno della nostra disastrata società. Il buon momento prosegue con "Falling Down" caratterizzata da un intro prorompente che apre la strada ad una classica cavalcata HC, segue "Holiday In The Sun" molto veloce e con un bellissimo assolo e "This Is Only A Test" che oltre ad essere molto bella è anche la prima canzone in assoluto in cui la band utilizza una chitarra acustica. Con "Punch Drunk" e "Rise Up" si fa ritorno alle vecchie e potenti sonorità per poi passare alla lenta ma pur sempre intensa "Yesterdays" una delle migliori traccie, caratterizzata dalla struggente linea vocale di Lindberg. Le ultime due tracce "Change My Mind" e "Judgement Day" sono anch'esse inni di protesta e di risentimento verso la politica americana e alla maggiore interazione da parte delle masse con essa.

A differenza delle ultime fatiche in questo nuovo capitolo la band è riuscita a comporre numerose canzoni che non stancano mai di essere ascoltate, anzi, è davvero difficile trovare un minimo di cedimento nei suoi complessivi 40 minuti. In definitiva quest'album può essere considerato una gradita e inattesa sorpresa perchè nonostante abbia una forma e un suono che ormai è diventato tipico per questa band, un suono che dopotutto è il loro vero e proprio punto di forza, presenta forse l'apice di maturità dal punto di vista tecnico/musicale e sul piano della composizione dei testi, proseguendo in positivo quello spiraglio di semievoluzione iniziato con "Straight Ahead".

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