Pronti via. L'incipit d'effetto pianistico riverberato non centra nulla col resto ma al secondo 50 Byron alla batteria chiarisce subito di cosa parleremo e con "Unknow Road" (che da il nome al cd) parte quel TIRO portentoso che poi caratterizzerà tutto il progetto.

"Homesick" aiuta a chiarire il concetto ma, forse, farla un po' più lenta avrebbe dato più risalto alla melodia vocale caratterizzata da ottimi sbalzi di tono. Prevedibile ma riuscito il cambio di ritmo (molto Metalica) sul finale che da un po' di equilibrio a chitarre a tratti un po' convulse...

La succitata melodia vocale, dopo un inizio col basso in evidenza, prorompe in "Time To Burn", il pezzo più riuscito del progetto. Il buon Jim Lindberg giocando su melodie con finali allungati che talvolta di sovrappongono, dai toni bassi ma sapientemente sostenuti, decide di correre il rischio di rallentare l'espolosione punk di chitarre e ritmica, ma il risultato è di quelli che ti impediscono di stare fermo. Fantastico il "middle eight" tutto rullante e coretti alla Rancid con tanto di megafono.

"It's up to me" sembra pensata per fare incazzare i signori batteristi all'ascolto. Qui, però, la linea vocale un po' rallenta il tutto e profuma tanto di Bad Religion.

"You Can Demand" mi risulta abbastanza banale, soprattutto nel testo, con voci non all'altezza soprattutto nel finale.

"Nothing" riprende con evidenza la riuscitissima linea vocale della traccia 3, con chitarre più ritmate e stacchi e cambi di ritmo mai banali. Quando il batterista parte entra il consueto turbo. Finale pessimo.

"Vices": altro testo banale anzichenò ma il consueto tiro garantito dalla perfetta armonia tra chitarre distorte e batteria tiene su il morale. Altro finale così così

"City is burning": interessante il basso iniziale, che fa la sua porchissima figura anche in alcuni finali di strofa. Batteria di altissimo livello, di una precisione impressionante nonostante le velocità folli che garantisce. Il brano è il manifesto della bravura dei singoli strumentisti e dell'amalgama del gruppo nel suo insieme. Cori nel finale un po' banali.

"Dying to know" inizia come una qualunque canzone dei grandi Bad Religion, poi ci pensa il mio amico batterista a renderla più interessante, con il basso che salta spesso fuori con classe dalle solite schitarrate distorte. Qui melodia e spinta vocale funzionano alla grandissima e l'insieme è una vera goduria per gli amanti del genere. Canzone molto varia che cambia inaspettatamente verso la fine con un ottimo crescendo e il solito finale castrato.

"Tester": altra ottima prova d'insieme in cui spiccano le chitarre, perché che il batterista sia un iena l'abbiamo ormai capito tutti. Sempre un po' la solita salsa ma ragazzi che tiro!

"Try to conform": Voci un po' calanti e, nel complesso, brano incasinatino ma che si lascia ascoltare cercando di variare un po' verso la fine.

"Give and Get": Sarò noioso, ma minchia come viaggiano! Al minuto 1.20 diventa una canzone dei Bad Religion, ma il finale è da sturbo.

"Cleare your head": Nulla di nuovo di quanto già detto sopra... questo brano è un mix di tutto quanto di buono i PW sanno dare (peccato per voci un po' calanti) pollice in su al batterista, giusto per chiarire il concetto. Al minuto 15 c'è una gost trak... vale la pena di arrivarci. Iniziale sincopato e coinvolgente, il brano, molto corto, TIRA di BRUTTO (tanto per cambiare) con cori per una volta ben potenziati e coinvolgenti, chitarre di livello... un gioiellino.

Ho recensito questo disco, il mio favorito dei PW per colmarne la mancanza, e per dare il giusto merito a un gruppo che purtroppo non ha mai raggiunto livelli di popolarità eccelsi ma che, per qualità musicali (nel loro genere, ovvio), non ha nulla da invidiare a colleghi ben più noti.

Mai come in questo album gli americani si sono dimostrati così in forma, così amalgamati, veloci, precisi e cazzuti. Ciò compensa ampiamente (a mio modesto parere) i limiti di un progetto in cui gli strumenti hanno sempre gli stessi suoni e le canzoni variano assai poco tra di loro.

Istruzioni per l'uso del Punk rock moderno (o "skate punk", dicunt).

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