Avrei preferito lasciare la stesura di questa recensione a qualcuno che avesse seguito con più attenzione e devozione il travagliato e controverso percorso artistico (ed umano) di Giovanni Lindo Ferretti.

Seppur in modo parziale e deficitario, tengo tuttavia a spendere una parola anch'io: io che ho amato in passato i CCCP, ma che poi ho preferito seguire da lontano il cammino di Ferretti. Ho così sorvolato con incurante snobismo sull'esperienza CSI (anche se poi ho finito per conoscere ed apprezzare "Linea Gotica" e "Tabula Rasa Elettrificata"); ho ignorato l'uscita di Co.Dex, l'album solista;  non ho degnato di ascolto i due lavori dei PGR (anche se ho avuto modo di vederli dal vivo ai tempi del loro secondo album); non mi sono preso infine la briga di leggere i suoi libri. Non so, è stato un crescendo di disinteresse, forse perché ho visto la parabola artistica di Ferretti come lo specchio della drammatica involuzione della sinistra italiana PC-PDS-DS-PD-? (...). Visione superficiale, lo ammetto, che poco si esporta alla lettura di un percorso artistico.

Alla luce della recente conversione ratzingeriana e di certe esternazioni in merito ad aborto ed eutanasia, il mio interesse nel personaggio è infine sceso ulteriormente (per trasformarsi in sdegno, non lo nego).

Eppure la vita è strana, i suoi percorsi sono imprevedibili, è come se "Ultime Notizie di Cronaca" mi avesse chiamato: probabilmente era giunto il momento di un chiarimento e di una riconciliazione con Ferretti; e posso concludere che "Ultime Notizie di Cronaca" è l'anello che mi mancava per comprendere il Ferretti uomo, prima ancora che il Ferretti artista.

In un contesto poi in cui sembra esser divenuto lo sport nazionale sparare merda su Giovanni Lindo Ferretti (e posso capire: la delusione è stata per molti incomprensibile, prima ancora che bruciante), ritengo sia giunto anche il momento di dare un giudizio franco e distaccato sull'artista (e non aprioristicamente figlio dell'idolatria per quello che egli ha rappresentato in passato). Non solo: "Ultime Notizie di Cronaca", nonostante sancisca (pare) il capolinea della saga PGR, costituisce in verità un nuovo inizio (è il primo lavoro post "conversione") e deve necessariamente essere guardato con maggiore attenzione.

Ascoltandolo, posso affermare che Ferretti c'è. Forte di un'identità artistica che sopravvive agli ultimi sconvolgimenti esistenziali, un'identità artistica così forte che lo pone, oggi più che mai, accanto a grandi nomi della musica italiana come De André, Gaetano, Guccini, De Gregori e Battiato. E sono convinto che fra dieci anni questa cosa sarà chiara a tutti.       

A mio parere "Ultime Notizie di Cronaca" si presta bene a questa analisi, perché mi pare rappresenti la testimonianza più sincera, sentita, personale ed autobiografica (meno ideologica, per intendersi) che il cantautore emiliano ci abbia ad oggi consegnato.

Ferretti è stata la voce di una generazione, di un'epoca, di una parte del paese; oggi è portavoce di se stesso, reduce dai gravi problemi di salute che hanno minato le sue convinzioni e che hanno decretato la rottura definitiva del guscio ideologico, restituendoci un uomo isolato nella sua casa in montagna, dedito amorevolmente alle cure della madre malata.

E qui che emerge più vividamente l'anima perennemente irrequieta di Ferretti, da sempre in cerca di un paradigma che conferisca senso e forza alla sua esistenza, ieri un credo politico, oggi la fede incondizionata in Dio. Emblematici i versi "canto ballo rido, allegro mi dispero, montano italico cattolico romano a cuor contento", affermazione di identità che può far storcere il naso a molti.

Eppure il Ferretti che si svela nelle soffuse note di questo "Ultime Notizie di Cronaca" non è un bigotto, non è un fondamentalista, non è un intollerante integralista, è bensì un uomo, un pover'uomo, alle prese con se stesso e con un mondo di difficile definizione, finalmente codificato e ricondotto (ma non senza difficoltà) ad un fluire dove "tutto passa e tutto lascia traccia". L'immanenza delle cose, delle leggi universali del Divino se vogliamo, oltre la caducità dei fenomeni, oltre l'amarezza e lo scompenso innanzi ad avidità, ignoranza, violenza, potere, materialismo e, da un punto di vista più strettamente personale, agli errori che inevitabilmente si compiono nel corso della vita ("appurato che ciò che mi serve non lo si può comprare, nemmeno perorare troppo a lungo che ci s'incanta").

Molta autobiografia, quindi, uno sguardo critico al proprio passato, ma anche molta attualità, rivista e riletta con le nuove categorie di pensiero, che non sempre sono però antitetiche a quanto professato antecedentemente: non ci si può non soffermare sui temi oggi tanto cari all'autore quali aborto ed eutanasia, ma nemmeno si può tacere della guerra, né non riflettere sui biechi meccanismi del pensiero capitalistico ("già consumatore, l'uomo si vuole clone, una merce qualsiasi, lo era da schiavo, lo sarà da padrone" - "Cronaca di Guerra"). A dimostrazione che forse è sbagliato scindere nettamente fra un prima ed un dopo, e non cogliere gli elementi di continuità nel percorso dialettico del pensiero dell'artista.

Del resto, si sa: Ferretti non è certo un gran pensatore, eppure ha la capacità di leggere il Reale e restituircelo in veste intellegibile attraverso la sua peculiare sintassi spezzata ("cassa armonica", come egli stesso si definisce nelle prime strofe dell'album).

Una dimensione intima e personale in cui Ferretti (meno declamatorio che in passato) non cela la spossatezza che consegue dalla quotidiana lotta esistenziale in questo mondo, in questa società ("noto una qualcerta difficoltà, difficoltà nel procedere" - "Cronaca del 2009"), né l'amarezza di aver commesso degli errori, seppur in buona fede ("non contento di me, tornai a casa" - "Cronaca del Ritorno"); una visione che al contempo sa dare una forma unitaria alla complessità del Reale e un conseguente ristoro all'anima, cercandolo nel senso di identità e di radicamento nei propri luoghi ("nato tra i morti, sui monti, vivo sui monti tra i monti, e non c'è lama che possa recidere la languida catena" - "Cronaca Montana") o nelle premure verso le persone care, come accade nella commovente dedica alla madre ("nel tempo del tuo bisogno, ti sono vicino, ti sono sostegno, per impulso vitale, per legge naturale, per languida catena materiale filiale" - "Cronaca Filiale"): entrambe le dimensioni elevate a legge di natura, se non a morale universale, come sempre accade nella sensibilità bisognosa di dogmi che da sempre caratterizza il cantautore emiliano.

Fra disincanto e spiritualismo, "presente ed eterno", la riscoperta del mondo e della vita da parte di Ferretti vede il suo manifesto nella splendida opener "Cronaca Montana" ("certo le circostanze non sono favorevoli, e quando mai?, bisognerebbe...bisognerebbe niente, bisogna quello che è, bisogna il presente") e tocca indubbiamente l'apice nel momento più intenso dell'opera: l'emozionante preghiera conclusiva "Cronaca Divina", dove la poetica ferrettiana raggiunge vertici sacrali che pensavamo possibili solo nel Battiato più mistico.

Per molti i giochi di parole di Ferretti potranno apparire oramai vuoti esercizi di stile, scialba reiterazione delle penetranti arringhe del passato; eppure non è possibile rimanere indifferenti innanzi all'incisività con cui il Reale è letto e descritto (perché secondo me Ferretti pensa come parla, a dense pennellate, a frasi sconnesse), né di fronte alle immagini di una fragilità che si spoglia dell'Ideologia, abbraccia la Fede, ma più di tutto trova una sintesi in una sorta di comunismo pre-capitalistico, illuminato dal Divino, dislocato nelle montagne, fra le dolcezze, l'armonia ed il conforto della Natura e delle persone care. Ed è in questo che l'album richiede il maggiore sforzo: nella comprensione di cosa è oggi Ferretti, penetrando la sua persona, traendosi fuori dalle inevitabili polemiche che possono riguardare il merito dei contenuti manifestati.

Ci sono poi Giorgio Canali e Gianni Maroccolo: il primo diviso fra leziosità chitarristiche e sublimi armonie acustiche; il secondo che relega sullo sfondo il suo strumento (il basso) per cimentarsi in una elettronica d'atmosfera, sempre efficace nel sottolineare la poetica sgraziata di Ferretti, vuoi con azzeccati pattern ambientali, vuoi con delicate basi ritmiche, vuoi con concessioni ad un approccio più colto e raffinato di un'elettronica d'autore. L'incontro di questi due mostri della musica italiana alternativa partorisce il sottofondo perfetto, meno irruente che in passato, propedeutico all'inquieto lirismo di Ferretti: una sorta di ibrido fra lugubre cantautorato e trip-hop panteistico, solo a tratti squarciato dalle contaminazioni della tecnologia e dalla frenesia del mondo globale, che riemerge fra suggestioni hi-tech e le immancabili arie mediorientali.

Non è certo tutto oro: a tratti si scivola in soluzioni eccessivamente scontate (sia a livello lirico che musicale). Non si rinviene sempre una eccezionale ricerca melodica (semmai si lavora molto in sede di arrangiamento), tant'è che il fantasma del "già sentito" svolazza inevitabilmente per l'intera durata dell'album (ma come potrebbe essere altrimenti quando si parla di artisti con quasi più di cinque lustri sul groppone?). Ed il sospetto che il mestiere supplisca decisamente laddove le falle siano più evidenti si affaccia in più di un frangente.

Eppure non me la sento di liquidare l'ultimo lavoro dei PGR come la minestrina riscaldata di chi non ha più niente da dire. Forse non ho capito un cazzo, forse ho travisato tutto, forse era tanto (troppo) che non mi avvicinavo a Ferretti, forse avevo troppa foga di scrivere questa recensione senza approfondire ulteriormente, eppure a tratti ho come l'impressione di trovarmi ai cospetti di uno dei lavori più sinceri e significativi che il panorama italiano ci abbia consegnato negli ultimi anni.

E non me ne vogliano i vari Agnelli e Godano...riusciranno essi fra vent'anni a sopravvivere all'impietoso giudizio della storia?

Elenco tracce e samples

01   Cronaca montana (04:34)

02   Cronaca del 2009 (5769) (03:29)

03   Cronaca di guerra I (04:42)

04   Cronaca del ritorno (05:52)

05   Cronaca d'inverno (04:59)

06   Cronaca di guerra II (05:05)

07   Cronaca filiale (05:36)

08   Cronaca settimanale (06:43)

09   Cronaca divina (08:04)

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