Ti scrivo da pagina 92, mentre Ted e la sua famiglia, la moglie Gloria e i figli Emily e Perry, salgono sulla monovolume e, azionato il comando che apre la porta del garage, escono dalla casa cogliendo di sorpresa le troupes televisive e i giornalisti che la presidiano.
Escono per fare la spesa, escono per rompere l'assedio. Usano la monovolume perché la Lancia Coupè del '78 se l'è portata via il carro attrezzi, probabilmente è stata demolita. In fondo doveva essere ridotta maluccio, dopo lo scontro con il camion dell'Ups, lo scontro che ha scaraventato il corpo di Theodore Street attraverso il parabrezza in frantumi, proiettandolo lungo l'interrotta traiettoria della propria auto. Incredibilmente il corpo di Ted ne era uscito praticamente illeso, neanche un graffio o una frattura. Ma la sua testa era stata tranciata di netto, finendo sull'asfalto.
Lascio Ted e i suoi cari a pagina 93, tra le corsie del supermercato, tra gli sguardi dei clienti increduli e morbosamente curiosi, mentre tentano l'impossibile impresa di "comportarsi in modo normale" armati solo di un carrello e del proprio bisogno di ritrovare una condizione persa per sempre. Lascio Ted, la moglie ed i loro figli ed esco dal libro prima che le cose si complichino ulteriormente, prima di sapere cosa accadrà tra poco, e domani e nei giorni che verranno, su queste pagine, attraversate dai caratteri di stampa Sabon MT e Frutiger impressi su carta Serica della cartiera Germagnano. Esco per dirti che ti presterò questo libro comunque vada a finire, perché nel suo modo di iniziare c'è tutto quel che ci serve.
L'inizio.
Theodore Street, a bordo della sua Lancia, stava andando al mare. Stava andando ad addentrarsi nel mare, con l'intenzione di ingurgitare la quantità d'acqua sufficiente a riempirgli i polmoni e provocare la morte. Ma ti ho già detto dell'incidente.... Il corpo, con la testa infilata sotto un braccio, aveva poi compiuto il tragitto verso l'obitorio dentro un sacco, sul furgone del coroner. Le due parti si erano infine ricongiunte per mano di un addetto delle pompe funebri, che aveva praticato una rudimentale cucitura lungo il collo con una lenza azzurra. Ma a pagina 19, durante la cerimonia funebre, mentre il coro della chiesa del Sacro Sangue di Cristo dello Spirito Eterno intonava un amen a bocca chiusa, Ted si era tirato su dalla bara e poco dopo ne era saltato fuori, tornando al mondo.
Credo tu possa immaginare quali connessioni di pensieri ha generato in me questo inizio: il destino cinico e beffardo che interrompe un suicidio per regalare una morte istantanea, l'ambigua natura assunta da Ted dopo la sua bizzarra resurrezione - è morto? Ma se sta facendo la spesa! Dunque è vivo. Ma come potrebbe? E' stato decapitato, non respira, non ha battito cardiaco! Nel suo modo di cominciare, ti dicevo, c'è, secondo me, tutto quel che ci serve, ma confido, stando a queste prime 92 pagine, anche nella qualità della scrittura e nella capacità dell'autore di sfruttare al meglio l'opportunità offertagli dalla sua stessa mano. La scrittura di Percival Everett, sin qui, muove i passi di Ted lungo le pagine con precisione e in costante equilibrio, allusiva e ironica.
Lui stesso, questo scrittore prolifico e dall'eclettica biografia, è stato in qualche misura una delle ragione per le quali ho comperato il libro. Mi era piaciuta, durante l'intervista alla radio (l'avrai certo sentita, tu che ascolti sempre radio tre) una certa laconicità nelle sue risposte. Avevo poi cercato notizie in rete scoprendo, tra le altre cose, che:
1) Everett ha già una certa fama anche qui da noi (come al solito son sempre distratto)
2) si sono inventati i Booktrailers e così, se ti va l'idea, puoi dare un'occhiata qui.
Ma adesso ti saluto, devo rientrare a pagina 93, prevedo che la spesa della famiglia Street sarà piuttosto movimentata e, soprattutto, che i casini veri siano appena cominciati.
Il libro, pubblicato da Nutrimenti nel novembre del 2009, è del 2004. La traduzione è di Marco Rossari. Pagine 263, 16 euri. Ma quest'ultima informazione per te è superflua, ti ho già detto che te lo presterò.
Ciao, signorina.
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