Il Jazz-Rock è un genere che si forma nei primissimi anni '70 partendo dall'esperienza artistica di Miles Davis, questo è risaputo. Inoltre sappiamo anche che questo genere in pochissimo tempo si è diffuso, grazie anche a band e musicisti di livello assoluto.

Nel nostro paese quando si parla di Jazz-Rock, molti critici ed appassionati arrivano ad associare un nome: Perigeo, non a caso alcuni qualcuno li ha soprannominati "i Soft Machine italiani".

Capitanati dal tastierista Franco d'Andrea e dal contrabbassista Giovanni Tommaso il Perigeo comincia il suo percorso l'anno precedente con "Azimut", un buon lavoro d'esordio. Nel 1973 si arriva al grande passo, si verifica l'aggancio al Jazz-Rock con il secondo disco: "Abbiamo Tutti un Blues da Piangere" è un momento fondamentale, per il gruppo, per il jazz-rock e per la musica italiana tutta. Si costruiscono le fondamenta di una carriera straordinaria e di un percorso musicale battuto e sviluppato negli anni, non solo da loro (un esempio interessante è il gruppo marchigiano Agorà).

In questo disco si possono udire tutti quegli schemi che saranno poi affinati ed adattati successivamente, con "Genealogia" prima e con "La Valle dei Templi" poi. Nonostante ciò il vertice stilistico e tecnico raggiunto non sarà mai più ripetuto: "Abbiamo Tutti un Blues da Piangere" è circondato da un alone magico incredibile che piano piano avvolge a sé l'ascoltatore. I primi ascolti possono sorprendere, risultare difficili e perfino proibitivi. L'effetto verso chi ascolta è quello di una lenta erosione degli schemi musicali precedenti fissati nella mente al fine di creare qualcosa di diverso, in apparenza strano e disunito, in sostanza estremamente organico e ricco. Il suono eleva la mente e le orecchie, la sinergia tra gli strumenti è perfetta, è il risultato del lavoro di cinque grandissimi artisti.

La chitarra di Tony Sidney è fluida, il sax di Fasoli è leggiadro, Tommaso imprime un timbro superbo con il contrabbasso, alle tastiere D'Andrea imprime un suono deciso ma non dominante, Biriaco con la batteria fa il suo dovere. I punti forti del disco sono la title track, "Non c'è Tempo da Perdere" che è il brano di apertura e "Nadir", un pezzo che personalmente consiglio spesso di ascoltare.

"Abbiamo Tutti un Blues da Piangere" si consiglia solitamente agli appassionati di Jazz e Progressive, affinché possano udire cosa esce fuori da una fusione di stili, e a chi è neofita del Jazz-Rock, in modo da avvicinarlo al genere in maniera elegante. In generale si adatta a tutti coloro che apprezzano la Musica e in certi momenti sentono il bisogno di riscoprire questo antico piacere.

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