Niente frasi ad effetto stavolta: Juggernaut, suddiviso in ben due album chiamati Juggernaut: Alpha e Juggernaut: Omega, rappresenta per me, uno dei tanti apici (e forse il vero capolavoro) della band statunitense, atteso spasmodicamente per ben 3 anni dopo l'uscita dell'altro masterpiece PII e che ha, tuttavia, diviso pubblico e critica.
Cos'ha infatti di diverso questo album rispetto agli altri della stessa formazione?
Punto primo: è un concept album.
Juggernaut sviluppa infatti una storia complessa e articolata che non avrebbe nulla da invidiare ai blasonatissimi Metropolis pt. 2, Tommy e chi più ne ha più ne metta, un particolare che denota un coraggio e una voglia di sperimentare che quasi nessun'altra formazione Djent possedeva ai tempi.
Punto secondo: CINEMA!
Che c'entra direste voi? Nulla, se non chè il disco è sviluppato proprio in maniera cinematica, con diversi interludi, intersezioni strumentali, e atmosfere appunto, cinematiche, da rendere l'esperienza impossibile da godere se non in un tutt'uno coeso e unificato.
Tecnicamente superbo, dal punto di vista del songwriting e dell'esecuzione possiamo dire che il disco contiene una pletora di pezzi ormai diventati dei classici all'interno del loro repertorio: The Scourge, Stranger Things, Priestess, Heavy Heart, Omega, Alpha, perfino le tamarrissime The Bad Thing e 22 Faces sono pezzi che rimangono per me negli annali, in quanto equilibrio perfetto tra melodia, tecnica superlativa, una performance vocale ai massimi livelli e in generale un'ispirazione potentissima.
Sarà anche la produzione "casareccia" ma a dir poco eccelsa che dona alle sfumature del disco una potenza cristallina a dir poco eccezionale, è veramente dura bocciare questo disco in toto, come molti hanno fatto, magari facendo leva su quei 3/4 fillers presenti nel doppio disco (le varie Hell Below, Graveless, Four Lights, canzoni effettivamente sottotono rispetto al resto) e in generale al vibe "sperimentale" che possiede tutta l'opera, molto distante dall'immediatezza del disco successivo (PIII) e dei due precedenti (PI e PII).
Avrebbe sicuramente funzionato meglio come un disco singolo, ma è impossibile comunque negare che ascoltando questo ciddì sia possibile cogliere un'aria di coraggio e audacia nel voler superare sè stessi e i propri limiti, andando incontro anche a critiche severe, cosa che denota una faccia tosta piuttosto importante e che secondo il sottoscritto, risulta in un qualcosa di estremamente positivo.
Aggiungete una stella se come me, siete fan delle migliori sonorità moderne, cangianti e melodiche.
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