Poca gente stasera, ragazzi sparsi nella penombra a sorseggiare birre.
L'attesa sa di raccolta ascoltatori. E a poco a poco si raggiunge il numero legale. Nulla di paragonabile alla bolgia per gli Afterhours al Villaggio Globale. Ma non mi dispiace stare, una volta tanto, un po' largo.

I Perturbazione escono e si sistemano con la base di "Dieci anni dopo". Non sono star, non lo vogliono essere. Attaccano umili, con voci sparse del pubblico che incitano.
Poi arriva il protagonista della serata: Tommaso Cerasuolo si mostra alla "folla" a piedi nudi e camicia di fuori, i capelli ricci e quello sguardo timido. E' come me, mi dico. Sono convinto. Poi mi accorgo che non ho scritto canzoni. Non ho i capelli ricci. Non mi comporto da artista, anche se lo vorrei essere, come molti, del resto. Ed in effetti non sono scalzo. Vabbè, pazienza.
La voce che sul disco convinceva qui avvolge, calda, intima. Difficile parlare degli altri, Rossano e Cristiano Lo Mele, Gigi Giancursi e Stefano Milano, che peraltro svolgono il compito come devono: tutt'al più Elena Diana si segnala per la sua personale interpretazione di Mary Poppins. Molto simpatica, davvero.
Tommy canta, si agita, recita, commenta fra una canzone e l'altra. E dice cose strambe, racconta, inventa. Tutto con quel tono fra l'imbarazzato e il divertito. Ti attrae, da vero mattatore. Solo non lo fa con gli stereotipi cazzuti di certo rock, ma con dolcezza.
Così il coro inevitabile durante "Agosto" si conclude con un suo muto e bellissimo grazie, mano sul cuore, la briosa "SMS" è aperta dalla sua personale idea di accendino-da-concerto ( "prendete i vostri cellulari, accendeteli ed agitateli" ) e poco dopo ci ritroviamo ad urlare tutti i rispettivi nomi in uno stravagante tentativo di presentazione di gruppo.
Poi ci sono le due discese dal palco, fantastiche: una "Per te che non ho conosciuto" da brividi, buio riempito solo dalla voce sulla parte finale, e una "Il senso della Vite" con il pubblico invitato ad accucciarsi, ad avvicinarsi al terreno. A rotolarsi nella polvere, volendo. Come non esita a fare Tommaso.
Ah, dimenticavo: Tommy suda. Se gli altri un po' si chiazzano di umido, il nostro produce cascate che lo rendono presto luccicante. Quando si agita sembra di vedere un cane che si asciuga dopo una nuotata. Ma gli si perdonerebbe questo ed altro.

Peli nell'uovo? Qualche pezzo in più non avrebbe nuociuto, soprattutto perchè le assenze per me sono state pesanti (su tutte, "Arrivederci Addio", a meno che non me la sono persa assopendomi d'un tratto, perchè sulla scaletta in teoria figurava).
Riassumendo all'osso: ho cominciato la mia serata con le solite domande depresse sulla vita, futuro e simili, e dopo il trattamento Perturbazione mi sono ritrovato a sorridere, ridere, "smettere di pensare". E senza bisogno di canne!
Grazie ragazzi, grazie di cuore!

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