Reduci dai bagordi di "Introspective" (1988), il loro album più venduto, Neil Tennant e Chris Lowe, più comunemente Pet Shop Boys, dedicarono buona parte del 1989 a produrre per altri artisti. Liza Minelli li chiamò per "Results", smaniosa di mettersi al passo con i tempi. Fa specie sentire la sua voce unica, inconfondibile, sposare i sintetizzatori del duo, ma l'esperimento funziona. Così come funziona l'album di debutto del supergruppo Electronic (Bernard Sumner dei New Order e Johnny Marr degli Smiths) laddove i Pets supervisionano, suonano (Chris) e cantano (Neil) in "The Patience Of A Saint" e "Getting Away With It".
A fine anno il gruppo mise nel mirino il nuovo album. L'obiettivo dichiarato fu quello di realizzare un capolavoro. Due regole: nessun campionamento, solo suoni organici. E, alla produzione, un nome altisonante: Giorgio Moroder. La prima regola verrà allentata in fase di post-produzione. La seconda, troverà un compromesso di tutto rispetto. Moroder non seguirà il gruppo in studio, introdurrà piuttosto Neil e Chris al produttore che ne fornirà il suo marchio di fabbrica: Harold Faltermeyer. Ricordate "Axel F" del 1983 ? Ecco.
Faltermeyer metterà a disposizione dei ragazzi la strumentazione ("Un museo vero e proprio", ricorderà Tennant negli anni a venire), interamente composta da sintetizzatori e tastiere, utilizzata nel periodo in cui il produttore tedesco lavorò con Moroder.
Per poter lavorare in un clima ideale, i Pet Shop Boys raggiunsero Faltermeyer a Berlino. "Iniziavamo a lavorare verso mezzogiorno dopo aver sorseggiato birra", ricorda Neil. "Il più delle volte, eravamo ubriachi". Bene. L'ebbrezza non guasterà l'ispirazione, viva e presente in ogni brano. Con pazienza certosina il duo andrà ad incastonare una serie di perle di rara bellezza. La tristezza è la colonna portante, il comune denominatore di "Behaviour", per ammissione dello stesso Neil. Forse è per questo che, in termini di vendite, l'album non replicò il successo di "Introspective".
"Behaviour" non è un lavoro di facile ascolto, non insinua complicità immediata. Ci vuole tempo, spesso ci vogliono (ebbene sì, mettetevi comodi) anni. La struttura dei brani è a tratti complessa, i testi impregnati di cenni storici, di infanzia rubata, di quotidianità piuttosto sofferta. Andiamo con ordine.
L'album si apre con "Being Boring". La intro, che poi è la outro che ai ragazzi piaceva a tal punto da ri-editarla all'inizio del brano, è lunga e piacevole, la melodia orecchiabile e serena, il testo importante: parla dell'amicizia e fotografa tre epoche: anni '20 ("In abito bianco, diceva l'invito, con tanto di dedica"), anni '70 ("Partii dalla stazione con uno zaino e un pò di trepidazione") e anni '90 ("Tutte le persone che ho baciato...alcune sono qui, altre sono scomparse"). Quando il brano, scelto come secondo singolo, si fermò al numero 24, i due ci rimasero male. Chris: "Com'è possibile che Heart sia andata al numero uno e Being Boring al 24 ? I fans non capiscono nulla".
Il primo capolavoro vero e proprio è la seconda traccia, "This Must Be The Place I Waited Years To Leave". La melodia era stata proposta dai Pets per il film "007 - The Living Daylights" del 1987, che poi si aggiudicarono gli A-Ha con l'omonima canzone. "E' per questo", precisò Chris anni dopo "che suona così cinematografica". Johnny Marr impreziosisce la struttura con un riff di chitarra spettacolare. Il testo racconta dell'infanzia di Neil, il periodo pre-adolescenziale vissuto in collegio. Sapete da dove estrapolerò la frase per il mio prossimo tatuaggio ? "I'm listening to the words I thought I'd never hear again, a litany of saints and other ordinary men. Kneeling on the parquet, whatever has gone wrong ? The fear and feeling hopelessness I don't want to belong". Mi inchino. E scusate se non traduco: verrebbe meno l'effetto.
"To Face The Truth" è una delle poche storie d'amore etero nell'ampio catalogo del gruppo. Di una dolcezza raccapricciante, ma del resto, provate voi a stare nel letto a rigirarvi mentre aspettate l'amante che, Dio non voglia, se la sta facendo con qualcun altro. Eh. "Sei l'unica....l'unica...", che fa da bridge, resta il passaggio migliore del brano.
"How Can You Except To Be Taken Seriously ?" è dedicata ai Bros, ai gemelli Matt e Luke Goss che si erano dati per longevi un paio d'anni prima di sciogliere la band. E, in senso lato, alla pomposità delle popstar. "Noi compresi", precisò Neil. Musicalmente, è un gradevole pop-swing che richiama la celeberrima "Every Little Step" di Bobby Brown, della quale "Chris conosceva i passi, la ballava sempre". Anche no, grazie, Chris. L'assolo di chiatarra, all'ultimo paragrafo, scarno ma efficace, è suonato da Neil. Quarto singolo in un formato particolare composto da due A-Side in abbinata con la cover di "Where The Streets Have No Name". Al che, Bono proruppe con un perentorio "What Have WE Done To Deserve This ?". Eddai, Bono.
"Only The Wind" è un altro piccolo capolavoro. Un lento. Di tristezza, di malinconia, di storia e di compromessi. "Nessuno piange più, questo appartiene al passato. Ora sorridiamo, sorridiamo tutti". Proposta dal vivo in occasione di "Montage" (2000), il tuor dell'album "Nightlife" (1999), raddoppia il potenziale esplosivo.
"My October Symphony". Ecco, ora non vorrei passare per colui che sentenzia. A ventisette anni dall'uscita dell'album, posso tranquillamente affermare che questo brano è un capolavoro di competenza storica, cenni (auto)biografici e manifesta una sensibilità, consentitemi, non comune, non comune per niente. "Devo riscrivere o rivedere la mia sinfonia di ottobre ? O, come indicazione, cambiare la dedica da rivoluzione a rivelazione ?". Altro potenziale tatuaggio. Ancora Marr alla chitarra.
"So Hard". Ahia. Cosa ci fa questa barzelletta nella collana di perle ? Brano divertente, storia pazzerella, che nel video vediamo la sorella di Paul Gascoigne cornificata, va detto che il Red Zone Mix è una figata paura, ma per il resto è come inserire Adriano Piraccini, non me ne voglia il mediano, in una formazione di fuoriclasse, lì, tra Baggio e Platini. Per l'amor di Dio: servono anche i muscoli, non solo i ricami e la seta. Ci sta, dai. Peraltro, fa da singolo apripista al progetto, e la qual cosa potrebbe essere fuorviante.
"Nervously". Chi può esserci di più nervoso di un ragazzo che non trova il coraggio di dichiararsi al proprio amato ? Ce lo racconta Neil, con una dolcezza infinita, toccante, sulla splendida melodia elaborata da Chris.
"The End Of The World". Chi, nel 1990, non ha fatto "oooooooh" ascoltando "Enjoy The Silence ?". Io, più o meno. I più, tutti. Compresi i Pet Shop Boys. Che, con questo brano, hanno cercato di ricrearne non la melodia (sarebbe stato plagio, ndr) ma la struttura complessa e innovativa. Il brano è un ripiego, era destinato ad essere una b-side. Poche ore prima della pubblicazione ufficiale, "The End Of The World" rimpiazzò "Miserablism", brano adorato dai fans, considerato, parole di Neil, "Troppo negativo in un contesto nel quale si vuole trasmettere speranza". Il messaggio è piuttosto sobrio: se una storia finisce, non è la fine del mondo. Sì. Vallo a raccontare alla Bertè.
"Jealousy". Jealousy è stato il primo brano sul quale i Pets, nel 1984, hanno messo le mani realizzandone un demo disponibile online. Nasce da una melodia di Chirs composta a casa dei genitori, in soggiorno, e da un testo di Neil. Indovinate di cosa parla ? Epico il finale orchestrale con archi, arpe e affini. Terzo singolo.
Ultima menzione per le b-sides che gravitano intorno all'album: "It Must Be Obvious" (meravigliosa, per chi ne avesse voglia altro assolo di Neil alla chitarra), "We All Feel Better in the Dark" (con Chris alla strofa, interessantissima la rielaborazione strumentale dei Brothers in Rhythm), "Bet She's Not Your Girlfriend", "Music For Boys", la già citata "Miserablism" e, volendo, i due brani inediti proposti in "Discography", (1991) legati comunque al periodo di Behaviour, "DJ Culture" e "Was It Worth It ?".
Ragazzi, dovete armarvi di pazienza. Provate a non pensare a "It's A Sin" (mai piaciuta), provate a non pensare all'unz-unz tipico dei Pet Shop Boys. Rilassatevi, coricatevi, guardate il soffitto. Provate ad immedesimarvi, a pesare a qualcuno che amate, ai vostri amici, al vostro microcosmo, a ciò che eravate e che siete oggi. E' possibile, è probabile che anche voi vi permeiate a "Behaviour", o a "Behavior" se abitate in America.
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