Incredibile ma vero, forse questo "fundamental" è il piu' bel disco mai realizzato dal duo inglese.
In un periodo dove gli anni 80 sono tornati a spadroneggiare non solo nei revival , ma anche nelle nuove produzioni, i Pet shop boys danno alle stampe il disco piu' 80 di tutti (non tengono me i Depeche mode, ne Madonna a confronto). Chi lo avrebbe detto?
Un disco notevole, giocato con brani veloci, pieni di groove e loop, anche 3 o 4 per singolo brano e brani lenti con delle melodie ed arrangiamenti talmente sofisticati che neanche le piu' grandi vocalist (specializzate in ballatone) avrebbero saputo fare. Nonostante i suoni che collegano a 20 anni fa, c'e' da dire che il lavoro suona piacevolmente fresco e non come un oggetto tirato fuori dal ripostiglio. "I'm with stupid" (il primo singolo) è relegato in ottava posizione nella track list e questo la dice lunga sulla qualita' della proposta, visto che in genere per impressionare l'ascoltatore le migliori cartucce si sparano all'inizio di un disco.
Il singolo piace sempre piu' ascolto dopo ascolto, perché se quel che arriva subito è la freschezza del pezzo, con un piu' accurato orecchio si scorgono l'arrangiamento curato, ed i famosi loop di cui sopra.
Meglio ancora tra i pezzi veloci è "Minimal" (probabilmente la miglior traccia e speriamo nuovo singolo). Il groove di basso avvolgente e le tastiere di Cris Lowe la fanno da padrone. Il brano è avvolgente e varia quando meno te lo aspetti, prestandosi nel finale addirittura ad un arrangiamento orchestrale. Il basso la fa da padrone anche in "Twentieth century" (track 10) che riesce a risultare intima nonostante abbia un ritmo incalzante. Bene anche "Integral" (ultima traccia) corale e calda, e "Psycological" (la prima) pezzo 80 da club.
Meno riuscita forse tra i brani veloci solo "the Sodom e Gomorrah show" dove i Pet cedono alla composizione piu' frocia della produzione. Ma tutto sommato il brano e gradevole e va via che piacevolmente nonostante duri 5 minuti e mezzo. I lenti sono sopraffini e nel caso del duo non è sempre accaduto. "Numb" in testa (numero 5) è un brano malinconico che riesce a trasmettere esattamente questo. "Tennant" ha il giusto garbo nell'interpretarla (è l'unico pezzo non composto dai psb) "Luna Park" (track 7) è stata definita da "musica e dischi" autorevole magazine per addetti ai lavori bellissima e glaciale e devo sinceramente concordare con la rivista. Decisamente buona anche "i made my exuses and left" che ha un' introduzione musicale di quasi 2 minuti molto evocativa, per poi essere stravolta nella melodia del pezzo stesso, che è una piccola perla di delicatezza. Minori "Casanova in hell" e "indefinitive leave to remain" che non lasciano segni.
Insomma un disco che innova, rinverdendo i suoni del passato, per un gruppo che si permette di sbeffeggiare le sonorita' attuali senza cadere nel ridicolo, dimostrandonsi in forma nonostante i 50 anni.
Carico i commenti... con calma