La visione di "up", film di animazione del regista Pete Docter targato Pixar, mi ha lasciato una sensazione di profondo sconforto, sensazione che ahimé non mi giunge più nuova anzi si conferma visione dopo visione, nei più recenti capolavori di animazione. Tengo a precisare che sebbene ne abbia visti parecchi, diciamo i più famosi, non sono un fanatico del cartoon né dell'animazione, quindi il mio approccio non vuole essere tecnicistico bensì puramente emozionale, di "pancia".
Sono oramai rassegnato al predominio della moderna animazione fatta coi computers. Pur trovandola meno affascinante ed immaginifica di quella "disegnata", devo riconoscere che è bello vedere cosa si riesce a fare con i programmi più avanzati di animazione. Detto questo sposto subito l'argomento sul motivo del mio sconforto. Il film narra le avventure di un tenero vecchietto il quale, rimasto vedovo e senza figli, decide di "risolvere" la promessa fatta alla cara moglie, appassionata esploratrice, partendo verso le terre del sudamerica alla ricerca delle cascate paradiso, al timone della propria casa sospesa in aria da infiniti baloons. A seguirlo in questa impresa, un simpatico ragazzino esploratore novello, un cane ed un esilarante pennuto che sarà motivo di scontro tra il Bene ed il Male.
Idea brillante! Romanticismo a go go. Eppure il film, sebbene pieno di trovate e gag divertenti, comincia davvero male proponendo immagini di un disfacimento umano che sono davvero troppo per un film destinato principalmente ai bambini. Su malinconicissime note di sottofondo, il film colora (di grigio) i primi 10 minuti ponendoci di fronte al "rise & fall" di questo povero protagonista che, in ordine: conosce l'amore, si sposa, scopre di non potere avere figli, rimane vedovo ed è infine minacciato da crudeli appaltatori immobiliari. Davvero troppo! mi dispiace ma il film nonostante le mirabolanti avventure a seguire, i dialoghi spiritosi con gli animali ed il ragazzino, non riesce più a rimettere in verticale l'ago della bilancia. Né avviene quel colpo di coda finale capace di spazzare via una desolazione del cuore così intensa che è, davvero, la sola immagine forte che il film riesce a lasciare. Nella fattispecie "Up" mi ha ricordato molto lo choc che ebbi alla visione di "Un ponte per Terabithia", altro film per bambini che, posso garantire, regalò un effetto devastante ai minori in sala.
Ora non so, potrei essere io a non capire più lo scopo pedagogico di questi film, mi si potrebbe dire che questi non sono pensati propriamente per bambini bensì per un pubblico adulto. Ma allora? Sono io ad essere troppo sensibile? Perché, se decido di vedere un film di animazione, ho la presunzione di aspettarmi un film che rispetti ancora i canoni dell'happy ending e dell'equilibrio nel soggetto? Ancora: perchè, in questa moderna animazione i film, la realtà di partenza è sempre così reale, tanto che la costruzione fantastica non è più in grado da farcene distaccare per almeno la durata di un film?
Per questi interrogativi non riesco a dare un voto.
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