E' consuetudine oggigiorno trasformare una popolare serie televisiva in un vero e proprio lungometraggio, specie se l'interesse per la suddetta si fa sempre più caotico e roboante. Sebbene a prima vista questi intenti "prosecutori" paiono perlopiù come "regali" diretti ai più sfegatati che per nulla al mondo vogliono vedere la scritta "The (real) end" in sovra impressione, sequels, prequels e spin - off in realtà strizzano l'occhio verso il portafoglio, lucrando sull'ingenuo entusiasmo dei tubo catodico - addicted.

Potrebbe fare eccezione "La Storia Segreta di Stewie Griffin", pellicola destinata a sostituire tre puntate della famosa serie animata nel frangente in cui essa venne sospesa: trama assolutamente sconnessa, pochissime cadute di stile tipiche della trasposizione corto -  film e la medesima carica umoristica/satirica fornita dalla più irriverente famiglia yankee (al pari con i "dirimpettai" Simpsons). Gli ingredienti made in Griffins rispondono tutti all'appello: i "flashback" di Peter (e non solo lui), gli argomenti politically - incorrect, l'intervento dei personaggi principali (in primis, il malefico polimorfo freudiano Stewie), nonché il classico calderone degli stereotipi americani. Insomma, un lavoro che propone quasi perfettamente il Griffin - Style delle singole puntate.

Come precedentemente sottolineato, la trama si spacca in molteplici mini narrazioni intersecate fra loro: vi è la breve carriera tele-giornalistica di Peter, responsabile della rubrica "Quello che mi fa davvero girare gli ingranaggi", i tentativi del capofamiglia e della moglie Lois di riottenere una privacy osteggiata dai figli "rompiballe" Chris e Meg, nonché la scuola di seduzione proposta da Peter e consorte alla prole imbranata. Il perno del film risiede, comunque, nelle (dis)avventure di Stewie, volto ad identificare quella che considera la sua vera paternità, una volta scorto in televisione un viso simile al suo. Giunto a San Francisco assieme al nemico - amico cane Brian, riesce a scontrarsi col verosimigliante soggetto, il medesimo Stewie, trentacinquenne, giunto "in vacanza" dal futuro.

Stewie - infante raggiunge con l'inganno il corrispettivo adulto nella sua era, venendo a conoscenza della condizione riservata a sé ed alla sua famiglia: lui, vergine commesso asociale, residente in uno squallido appartamento, il fratello Chris poliziotto ammogliato ad una perfida Vanessa, la sorella Meg divenuta Ron col cambio di sesso, Brian deceduto a causa della cioccolata, Peter e Lois ormai vecchi e destinati alla Casa di Riposo per acerrima volontà della nuora. Il bambino, sconvolto da un futuro non proprio ricalcante le sue attuali pianificazioni di vita (dirette alla conquista del mondo dopo l'eventuale matricidio), decide di redimere, senza successo, la patetica esistenza del sé maturo, per poi comprendere le ragioni di una vita così reietta. Esse, difatti, riguardano uno specifico episodio d'infanzia (il crollo della torretta del bagnino ed una esperienza pre - mortem all'Inferno durante gli attimi di svenimento dovuti allo schianto) che, subconsciamente, ha trasformato una mente diabolica e spavalda in un esserino misero e scialbo, timoroso e pavido. Ritornato all'epoca del misfatto, Stewie - infante sventa la tragedia e resetta un imbarazzante futuro.

Dissacrante, spassoso, ironico, magnifica esaltazione del mito comico "griffiniano": evitando di smarrirsi in situazioni (romantiche, serie, moraleggianti, estremamente fantastiche) che rischierebbero di compromettere la purezza della serie (verso i titoli di coda, Peter cerca di fornire una sorta di "lezione di vita", ossia una lauta emissione intestinale), il film pone enfasi sui "flashbacks", autentiche burla sull'attualità (meglio, su dicerie, scandali e pettegolezzi contemporanei) e sulle "fictions" colleghe: la parodia di Bugs Bunny impallinato da Taddeo, lo scongelamento del corpo di Walt Disney, interrotto dallo stesso una volta appresa la non - estinzione degli Ebrei, il "ritorno" sulle scene di Britney Spears, obesa, con una gamba di legno e sulla sedia a rotelle, eppure convinta di essere "ancora sexy più che mai", e così via.

A coloro che, alla visione dei tete - a - tete di Peter e soci, si rotolano dalle risate sul divano capovolgendosi infine sulle piastrelle del pavimento, a quelli che intendono farsi risucchiare dal vortice Griffin ed assaporare la satira animata per eccellenza... ebbene, ecco ciò che fa per voi, magari per qualche serata uggiosa, in compagnia di amici e cioccolate calde.

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