Attendevo da tempo qualcosa. Avevo letto un libro tanto tempo prima, ma era solo una cronologia della storia della band ed il libro su Keith Moon non è mai stato tradotto (con il mio inglese ne avrei compreso forse un terzo e con sforzi immani!). Quindi l'autobiografia di Pete Townshend era la benvenuta. Dico chiaramente: tra i quattro membri di una delle mie band preferite in assoluto, il chitarrista è sempre stato "a pelle" colui che meno mi piaceva. Non riuscivo a metterlo a fuoco, mi sembrava spesso fuori luogo, non in sintonia con ciò che rappresentava e con il resto del gruppo; il più enigmatico e con una personalità che non spiccava.

Se Daltrey aveva il carisma del frontman per eccellenza, Moon il talento e la sregolatezza di un maledetto ed Entwistle la calma e la freddezza dipinta sul viso, Townshend non lo inquadravo; lui sembrava subire queste tre grandi, diverse personalità, Però se gli Who hanno fatto tutto quello che tutti ricordano la maggior parte del merito è suo, vera anima e autore della quasi totalità della discografia.

Se qualcuno, come me, vuole conoscere meglio Pete Townshend questo libro è quanto di più ci si possa immaginare, Quasi 70 anni di vita e 50 di carriera raccontati con la consapevolezza di uno che sapeva di dover sfogare tante emozioni represse. La cosa che si nota per l'intero racconto è un senso di infelicità personale generale ed uno stato di solitudine cronico. L'infanzia, si sa, determina molto di ciò che ognuno di noi sarà da grande e la sua, soprattutto nel periodo vissuto presso una zia durante il quale subì molestie da un suo uomo, ne minerà per sempre l'autostima e ne farà una persona piena di dubbi. Insicuro sulla sua sessualità, sul suo talento, su quali valori poggiare la propria esistenza. Tutto ciò lo farà diventare maniacale sul lavoro, meticoloso all'inverosimile (pazzeschi ed intensi i racconti sulla genesi di "Tommy" e "Quadrophenia"); nella musica, nel lavoro, sfogava le proprie insicurezze.

Nessuna vera amicizia con gli altri nella band, un senso di inferiorità che emerge pagina dopo pagina; il tutto condito da alcolismo, cocaina, eroina, una "quasi morte" per overdose nei bagni di una discoteca, il desiderio sessuale provato per Jagger, la sordità progressiva (vera tragedia per lui musicista), l'infatuazione per le dottrine del guru Meher Baba, matrimoni distrutti, fino al vero dramma personale del coinvolgimento in uno scandalo di pedofilia on line (proprio lui che voleva combatterla per ciò che aveva subito da bambino!). Uomo dalle mille contraddizioni, con problemi di depressione, paure, manie. Si è messo veramente a nudo Pete, in un libro vero, crudo, denso di riflessioni personali. Un uomo che ancora non sembra aver trovato un minimo di pace e serenità interiore.

Un libro molto lungo con il solo difetto a volte, forse, di eccedere nei dettagli. Questa però era la parte che mi interessava maggiormente; cercare di capire la persona che si celava dietro quel chitarrista che tante gioie mi ha dato musicalmente ma che non riuscivo a focalizzare.

Poi c'è il Townshend musicista, formidabile autore e chitarrista di una band leggendaria che ha vissuto da protagonista gli anni sessanta e settanta. Già, gli anni sessanta... anche quelli lo hanno deluso enormemente. D'altronde ho sempre pensato che anche gli Who fossero un pò forzati in alcune loro situazioni: non c'entravano nulla con i Mods ma, chi tirava le fila dei giochi, ne aveva fatto il gruppo di riferimento, niente di niente con gli ideali hippy ma hanno partecipato a tutti i Festival dell'epoca e il gruppo, come dicevo, era tutt'altro che coeso fuori dal palco. Ma ciò che ci hanno regalato è enorme, difficilmente eguagliabile soprattutto nelle loro straordinarie performances live.

Per tutti coloro che amano la band e che desiderano approfondire questa persona a dir poco complessa questo libro sarà una piacevole sorpresa.

Poco tempo fa un paio di amici sono andati a vedere i due "vecchi leoni" a Milano e mi hanno raccontato del concerto e dell'atmosfera stupendi; voglio pensare che Roger e Pete (come hanno affermato) da vecchi siano riusciti ad instaurare quel rapporto sano e vero che, per tanti motivi, non era mai stato tale.

Grazie di tanta, anche scomoda, verità Pete; non ti avevo capito ma, ammetti, che non era facile.

Buona lettura.

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