Quante volte avrò letto questo libro?? Forse un cinque-sei volte.. E di solito raramente rileggo i libri già letti. Sapete, quando un libro mi emoziona particolarmente sono solito consigliarlo a tutti i miei amici-conoscenti-famigliari. Nel caso de "Lo squalo" di Peter Benchley potrete immaginare con poca difficoltà che chi è un pò suscettibile, non appena la parola "squalo" entra nei suoi timpani, immagina sangue, arti squartati, sangue e grida...

Sicuramente.

Uno squalo non è vegetariano, e se gli capita sotto tiro un uomo al posto di una foca... bè lo mangia.

Ma non solo. Il libro di Peter Benchley è ben altro. E avoglia che io dicevo alle persone "ma leggilo, è un libro stupendo, non fa paura" eccetera eccetera...

Non saprò esprimermi io forse..

Fatto sta che le 291 pagine di questo libro sono indefinibili. Non è horror, non è triller, è tutto, è... qualsiasi cosa! E' il racconto di Amity, di una società straziata da UNO squalo. E badare, uno.. perchè ce ne sono altri nelle acque di Amity, ma è uno che fa tutto sto' bordello! E' un Grande Squalo Bianco che, come per maledizione divina, inspiegabile, si accanisce contro un paese che vive solo e solamente di turismo. E' più cattivo degli altri, si accanisce sugli uomini. Perchè? Per la rovina di Amity, lo squalo è IL cataclisma. Un piccolo cataclisma interiore è il racconto del tormento esistenziale di una donna piacente vicina alla mezza età, di Ellen Brody, che non sa più qual'è il senso della sua vita dopo essersi dedicata all'educazione dei figli. Ellen attraversa una crisi che crede di risolvere grazie ad un uomo che non sia il marito, il giovane newyorkese Matt Hooper,"squalologo" inviato ad Amity per capirci qualcosa di questo animale. La bontà della gente contro l'avidità e gli sporchi interessi è rappresentata da Harry Meadows, giornalista "alleato" del commisario Brody, che fra un'abbuffata e l'altra (molto divertenti le descrizioni di ciò) è l'unico a cercare di dare la verità alla gente, di dire: c'è uno squalo e mangia la gente.

Ma "Lo Squalo" è soprattutto il racconto del commissario Martin Brody, che tra le righe a volte sembra quasi maledire la sua paura dell'acqua. Martin è una persona onesta, carismatica, che sembra non avere altro interesse se non quello della sua comunità, di cui è il rappresentante della legge, egli non soffre come il sindaco avido e corrotto per i soldi e per la pessima stagione estiva, ma per la gente che muore, per una moria che sembra cominciare dallo squalo per poi continuare ed arrivare alla consequenziale povertà e alla rovina di Amity. Contro chi può prendersela Brody? Con dio? Con il sindaco? Con nessuno se non con lo squalo, e quando una persona è buona dentro fa cose di cui non ne capisce nemmeno lui il motivo, ed eccolo partire con il pescatore Quint e il "nemico" Hooper alla volta dell'oceano, nel SUO territorio. Dal cataclisma naturale mangiatore di uomini.

Uomini sulla barca, squalo in acqua. L'animale sembra giocare con loro annoiato, sembra non rispondere alle normali leggi della natura, sembra davvero essere qualcosa di più che un'animale. Ammazza Hooper, calatosi nella gabbia sott'acqua per ammirarlo, ammazza Quint quando ormai la potenza liberatasi ha distrutto la barca dei nostri, e arriva a sfiorare Martin Brody, per poi spirare misteriosamente trascinato dai barili.....

Questa non è una storia di un animale, è un racconto di vite, storie, emozioni. E' uno dei libri che mi hanno davvero lasciato qualcosa.

Capolavoro, da leggere e avere.

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