The Last Picture Show soffre di un grave caso di dissonanza cognitiva. Celebrato come un “classico nostalgico” sulla fine di un certo cinema e le difficoltà del crescere, sembra piuttosto un’interminabile passeggiata nella monotonia di uno squallido Texas - 118 minuti, ma sembrano almeno il doppio - con una spruzzata di miserie sessuali per chi ama crogiolarsi nei bei tempi andati – ammesso che siano mai esistiti.
La colonna sonora diegetica, unica trovata tecnicamente interessante, non basta ad elevare il film e nemmeno il bianco e nero, che pare sia stato suggerito a Bogdanovich da Orson Welles. Il film ci trascina ad Anarene, cittadina texana così deprimente che il passatempo più divertente sembra essere osservare la polvere sollevata dal vento. Qui troviamo Sonny (Timothy Bottoms – ricordate che faccia abbia?) e Duane (un giovanissimo Jeff Bridges, che almeno ha saputo costruirsi una carriera), due adolescenti insulsi, il cui unico interesse è inevitabilmente il sesso. Seguono a ruota gli adulti, altrettanto insulsi, ma con gli stessi limitati interessi. Poi c’è Jacy Farrow, una Cybill Shepherd tanto radiosa quanto insopportabile, perfetta incarnazione della ragazza bella ma detestabile, su cui convergono tutte le attenzioni maschili con esiti patetici.
Sonny si intrattiene con la moglie del coach, mentre Jacy manipola chiunque le capiti a tiro, puntando a un fidanzato ricco. E tra un triangolo e l’altro, c’è Billy, il “tenero” amico con disabilità mentali. In una scena girata con mal riposti intenti comici, Billy rapisce una bambina, se la porta in macchina e le toglie le mutandine. Il sottinteso - da far rabbrividire anche i più accaniti nemici del politicamente corretto - è che essendo “ritardato”, Billy non potrebbe passare ad azioni più riprovevoli.
La trama si trascina con l’energia di una giornata ad Anarene. Sonny “tradisce” Duane tentando di sedurre Jacy, e quando il loro farsesco matrimonio viene annullato, si spera nella fine del film. Ma no, c’è ancora tempo per l’arruolamento di Duane, la sua partenza e il suo ritorno in città e l’incidente di Billy che dovrebbe essere tragico ma sembra solo un’ulteriore scusa per prolungare la sofferenza dello spettatore. Alla fine viene propinato letteralmente l’ultimo spettacolo nell’unico decrepito cinema di Anarene e finalmente è finita.
Bogdanovich è il responsabile di questo strazio che funzionò per lanciare lui - descritto come il “miglior giovane regista dell’epoca” - e anche la sua fidanzata dell’epoca, la giovane Cybill Shepherd - che ebbe come il suo mentore una carriera discontinua - e per far guadagnare l’Oscar ai due attori non protagonisti, perché si sa che Hollywood premia spesso gli underdog e gli enfant prodige, salvo pentirsene rapidamente.
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