Peter Brotzmann Sextet/Quartet ovvero un collettivo da paura formato dai migliori musicisti del jazz avanguardistico europeo: basterebbe solo citare la presenza al sax tenore di Evan Parker, alla chitarra di Derek Bailey, senza dimenticare lo stile sconvolgente e claustrofobico della batteria di Han Bennink, forse uno dei batteristi più esaltanti e selvaggi all’ascolto, per citare “Nipples” come uno dei capisaldi del free jazz di fine anni sessanta.
L’estremizzazione del concetto di libera improvvisazione, la violenza quasi metafisica di suoni inudibili privati di ogni armonizzazione e di ogni estetica del bello, tutto tra questi solchi suona brutto e per questo dannatamente affascinante, l’obiettivo di questo collettivo sembra essere lo spingersi forsennatamente oltre i confini dell’antimusicalità, una proposta che getta l’ascoltatore nei meandri di un olocausto sonoro fatto di fiati strozzati, pianoforti violentati, chitarre divorate e percussioni annichilite.
Nipples (17’53’’) suonata in sestetto è una corsa forsennata in cui i duetti di sax sfociano in un magma incandescente, il concetto di accompagnamento musicale viene totalmente bandito e destrutturato, un solismo ostinato e sfrenato a cui fa da contraltare la baraonda creata dagli altri strumenti. In particolare davvero esaltante ascoltare il piano di Vah Hove, note suonate con una forza e un impeto allucinante: come se questi suoni sgorgassero prepotenti direttamente dalla viscere della Terra.
Tell A Green Man (15’32’’) suonato in quartetto è un orgia di rumori “free” senza capo ne coda, l’esaltazione dell’improvvisazione più sfrenata e senza limiti, il brano si apre con basso e batteria che duettano balbettando, delirando e infine lasciando spazio alle variazioni atonali del sax di Brotzmann, ai tasti di un pianoforte rotto, un delirio di suoni acuti e ululati vibranti, in cui l’ascoltatore non trova appiglio a cui aggrapparsi.
L’unica cosa da poter fare è assecondare questa giostra avanguardistica, lasciarsi trasportare da questi suoni caliginosi, sgradevoli e sgraziati.
Tirando le somme “Nipples” è uno dei cardini della chilometrica e opulenta discografia di Brotzmann, uno dei migliori dischi di jazz avanguardistico nonchè uno dei suoi album più riusciti e validi, il mio consiglio prima dell’ascolto è uno solo:
lasciatevi travolgere.
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