Esce finalmente, dopo più di un rinvio,  "Big Blue Ball", il  progetto di Peter Gabriel e Karl Wallinger maturato nell'arco di ben 18 anni. Infatti, le prime registrazioni di questo disco risalgono al 1991, quando negli studi della mitica Real World si riunirono, su invito di Gabriel, musicisti di varie parti del mondo ed estrazione musicale. Queste jam session, elaborazioni di suoni ed influenze dalle più disparate parti del mondo, durarono tre anni (estati 1991,1992,1995) Parteciparono artisti del calibro di Sinéad O'Connor, Billy Cobham, Joseph Arthur, Papa Wemba, Karl Wallinger, i Deep Forest , Manu Katché, Arona N'diaye  e molti altri. Si "rinchiusero" negli studi di Gabriel  e registrarono moltissimo materiale dal quale sono state estratte e pubblicate le 11 canzoni che compongono il disco. Il filo conduttore nella metafora del titolo è la nostra sempre più maltrattata Terra, uno dei temi cari a Peter, dopo le notevoli ed appassionate adesioni a vari progetti ed organizzazioni  a sfondo umanitario. 

Con questo lavoro, sotto l'attenta regìa di Peter (lo si ascolta cantare in soli 3 brani) e il grande lavoro in sala di registrazione dei tecnici Real World Rec., si sentono, talvolta, affiorare atmosfere alla 'Passion',  uno dei dischi più importanti degli anni '80.

Ci sono brani di grande effetto comunicativo ed emozionale (Whole thing, Habibe, Shadow, Altus Silva, Rivers), altri dal pulsare ritmico  incalzante. L'unico già edito ed ascoltato live nel tour 2007, "Burn you up, burn you down", è qui proposto in una versione differente.

In sostanza "Big Blue Ball" è un lavoro anzi , sottolineo, un progetto interessante, anche se Gabriel ci mette più lo 'zampino' che la voce. Un lavoro da ascoltare con calma, e anche più volte lo stesso brano per poter coglierne le sfumature. Come si è detto i musicisti provengono da ogni dove: Africa, Americhe, Europa e Giappone (Joji Hirosta percussionista/compositore del Teatro di Lindsay Kemp).

Il disco che è disponibile on-line sul sito www.themusic.com da fine maggio,  nei nostri negozi lo sarà da luglio/agosto. I formati sono il solito CD o un doppio LP a 45 rpm in vinile vergine blu da 140 gr. ( tiratura limitata a 1000 copie).

L'ascolto comparato che ho eseguito dei due supporti non fa che confermare che se il vinile è vergine, robusto e ben stampato, il cd va in secondo piano. Il suono che esce dal vinile ha la morbidezza, il calore ed il dettaglio che spesso nel cd  sono 'stoppati' o troppo enfatizzati. Tutto il discorso regge se si posseggono adeguati strumenti di riproduzione che possano evidenziare i pregi od i difetti dei vari supporti utilizzati per l'ascolto musicale.

Carico i commenti...  con calma