La colonna sonora del film d’Alan Parker, "Birdy" farà vincere a Gabriel il Gran Premio della Giuria del Festival di Cannes nel 1985. Gabriel è sempre riuscito a vincere per il suo modo di esprimersi senza preoccuparsi dei punti di vista d’osservatori contrari, è sempre andato contro corrente, dagli esordi con i Genesis, con travestimenti da palcoscenico molto espressivi, al gettarsi in mezzo al pubblico per farsi trasportare, all’attuale apparente normale espressione estetica esteriore, che invece continua a far vivere una costante e spontanea espressione interiore.
Genio della musica, esordiente lottatore dei diritti dell’uomo, interprete perfetto del limite visionario dell’essere umano, inventore e applicatore dell’arte tecnologica visiva che lo porterà a vincere premi per i filmati di "So", mai si è venduto per esigenze commerciali o discografiche, infatti, se n’è creata una sua. La colonna sonora di "Birdy" è un insieme d’interpretazioni passate di Gabriel, da "Close Up (From Family Snapshot)" a "The Heat (From Rhythm of the Heat)" a "Under Lock and Key (From Wallflower)" a "Powerhouse at the Foot of the Mountain (From San Jacinto)" e poi da nuove composizioni che tracciano le sequenze del film. "Birdy" non sarà mai ai livelli di "Passion" o "The Rabbit Proof Fence", ma sarà uno scheletro importante per i successivi lavori.
La copertina dell’album e l’insieme dei suoni, sono molto inquietanti da interpretare e associare alla storia di questo ragazzo, Birdy, che è alla ricerca della sua esistenza purtroppo limitata dagli eventi della vita, e la musica corrisponde a questo sinonimo di ricerca delle ali della libertà che vive in lui. La storia è basata inizialmente sull’amicizia di due ragazzi, Al e Birdy, soprannome datogli per il suo straordinario amore per i volatili, vive in simbiosi con loro a tal punto di preferirli a qualsiasi altro interesse, amici, divertimenti, e ragazze etc. Al e Birdy diventano amici per la pelle, vanno in Vietnam, sopravvivono agli orrori della guerra, vengono feriti e ricoverati. Ma Birdy viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico militare, dopo aver subito uno shock che lo porta a isolarsi in se stesso, senza reagire e parlare. L’unico che può aiutarlo è Al, che costantemente intraprende questo cammino per salvarlo. Giorno e notte sta con lui senza smettere di parlare e rammentare i loro momenti passati insieme: dell’amore di Birdy per gli uccelli, il suo primo volo con un aliante, il suo primo "volo" da un tetto, quando si è chiuso tutto nudo in una gabbia di canarini e di quando è morta Brenda la sua canarina di cui si era innamorato e poi delle partite di baseball. Ma con il passare del tempo, la cosa diventa pesante per Al, perché il suo amico non si risveglia, fino a quando un giorno porta delle palle da baseball, che guarda e tocca e si mette a piangere, c’è un litigio con il dottore e rimane aperta una porta, loro fuggono sul tetto, e Birdy si lancia nel vuoto, Al corre terrorizzato al parapetto, ma trova Birdy che fortunatamente sorride da un terrazzo sottostante: finalmente ci era riuscito, aveva preso il volo che tanto aveva desiderato e voluto, il volo della psiche, far credere di essere pazzo quando invece non lo era mai stato al contrario di ciò che tutti, fin dall’infanzia avevano creduto, e così, alla fine, lui ne ride compiaciuto di esserci riuscito. La musica di Gabriel seguirà passo per passo l’apparente pazzia di Birdy, creerà esattamente il senso del volo delle ali della libertà, con traduzione perfetta in suono…
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