Peter Gabriel "III", Album fondamentale nonché fulcro per "chiudere" in un certo senso con il passato ed aprire un capitolo nuovo di stile più maturo. Già la sua foto in copertina descrivere lo "scioglimento" della sua personalità. Incomincerà ad avvalersi di nuovi suoni ricchi di carica e di spinta che, poi, daranno spunto a tantissimi musicisti con gli anni avvenire, persino Phil Collins. E non sarà solo un Album d'ascolto, ma un Album che il suo ascolto, porterà a viaggiare in un modo carico d'emozioni e di vita quotidiana. Esalta la sua persona, la sua estrosità, e la voglia di cambiare dal passato, comunicandolo nel brano "I Don't Remember" cioè non ricordo e non voglio ricordare, quindi proseguo.

Immancabilmente scorrono musicisti importanti come la dolcissima Kate Bush, Dave Gregory, il mitico e "prezzemolo" Robert Fripp, Morris Pert, Paul Weller, John Giblin che sostituirà "l'immancabile" Tony Levin. I primi due Album di Gabriel sono una sorta d'esperimento come single, il terzo è l'affermazione. I brani? Eccellenti! "Games Without Frontiers" che viene dedicata ai caduti del Nicaragua, cantata come se fosse una filastrocca ma da prendere seriamente in considerazione, "Biko" diventerà un simbolo contro l'apartheid in Sudafrica, scritta per creare una situazione evidente di disumanità e accusa per la razza, e un assassinio che farà scattare una scintilla devastante come un incendio indomabile, "Note One Of Us" e "Intruder" dove cerca la solitudine per trovare se stesso dopo aver perso l'autocontrollo "No Self Control", la rabbia di qualcosa che ti turba e che devi farlo presente agli altri "Family Snapshot" e la voglia di ritornare alla vita normale "Lead a Normal Life".

Gabriel, l'Angelo, qui ha dato il meglio di sé descrivendo la sua vita, le percussioni incidono, le chitarre sottolineano e la musica è pluri-etnica, e sarà il trampolino di lancio, che lo riconoscerà sempre più nel futuro.

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