C'è una scena ne Il Miglio Verde (un bellissimo film tratto da un racconto di Stephen King) in cui un omone di colore, dotato di poteri paranormali, libera da un "male incurabile" la moglie del direttore di un carcere, semplicemente "aspirandole" il male per trasferirlo momentaneamente dentro di sè e poi, più avanti nel film, nel corpo di un carceriere particolarmente "antipatico".

Facendo ora finta che si possa fare qualcosa del genere anche con due semplici albums di canzoni e che un ipotetico taumaturgo possa rimuovere tutto il malessere in uno, Fool's Mate, per riversarlo tutto in un altro, Pawn Heart, potremmo forse avere un'idea di cosa rappresenti questo l'album rispetto al (quasi unanimamente considerato) capolavoro dei VDGG.

Fool's Mate, generalmente, è tanto sereno (seppur spesso malinconico) quanto Pawn Heart è disperatamente dilaniato e ribelle.

I brani sono solitamentte "normali", a volte "ingenui" (Candle, Happy), altre volte "di totale disimpegno", ed a questa categoria sicuramente appartiene, sia dal punto musicale che lirico, la Barrettiana Sunshine (la peggior del lotto, anche se al suo interno c'è la chitarra di sua Maestà Robert Fripp, che fra l'altro alla fine dell'album fà anche sentire i suoi frippertronics).

Vi sono però delle significative eccezioni. Penso ad esempio a Birds, con il suo sano condimento di panteismo ed il cupo incedere, o a Summer Song in the Autumn, con una parte del testo che recita:

You look out at the water
Calling you over the wind
Then you throw aside your handbag
and slowly walks right in
And tomorrow you will be
in yesterday's news

che possono ricordare addirittura le ballate pianistiche e gli spoken words del Tom Waits dell'era Bone Machine (provare, per credere, a confrontare il testo riportato su con quello di The Ocean Doesn't Want Me Today)

Ci sono brani come Re-Awakening e Solitude (il primo un pop-rock ricco di cambi di tempo con una bellissima intro/intermezzo al piano ed una parte corale finale in cui sono coivolti tutti i "generatori", Fripp, ed anche Paul Whitehead, il più famoso autore di copertine per dischi prog; il secondo un pezzo folk, come anche Child, con un canto che ricorda molto, Tim Buckley) debitori nei testi delle tematiche di fuga dalla realtà e di autocompiaciuta e lirica malinconia tanto care a quel grande poeta che fu W. B Yeats.

E poi c'è Vision, anche essa, nel titolo, di ispirazione Yeatsiana (The Vision è un opera dell'irlandese), forse la più bella ballata pianistica di Peter Hammill (mi perdoni Man-erg e House With No Door).

Insomma, a mio modesto parere, un album sottovalutato (forse anche da Hammill stesso), con un fortissimo sound anni 70.

Per finire un'ultima nota sul titolo dell'album. Fino a qualche giorno fà, da buon superficiale quale solitamente sono, ero convinto che il titolo di questo album significasse il "Compagno dello Sciocco", un pò come playmate, significa compagno/a di gioco (o, più gradevolmente, coniglietta di Playboy), flatmate, compagno/a di appartamento, ecc, ecc

In verità da circa mezzora ho scoperto (grazie Wikipedia) che il Fools's Mate non è altro che lo scacco matto più veloce che si possa avere nel gioco degli scacchi (la copertina avrebbe forse dovuto costituire un indizio per un poveraccio non di madrelingua inglese...).

In poche parole, "scacco al pivello".

Chi sia il pivello non mi è dato conoscere, spero non il sottoscritto.

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