"Under the poet's tongue lies the key of treasury
Nizami

E' con questa frase che voglio aprire la recensione di un disco, ahimè, sottovalutato e quasi sconosciuto…

Premetto che non è un disco da non perdere, però se dalle tre alle quattro di pomeriggio di ogni santo giorno guardate la vostra discografia completa dei King Crimson e vi chiedete "...zzo, qui manca sicuramente qualcosa!" allora questo è il disco che fa per voi!!!!

Se vi state invece chiedendo chi sia questo basso ometto dal singolare naso e dall'aria quasi infantile ma tinta di un "nonsoché" di mistico, vi farà piacere avere una presentazione precisa e compendiosa di questo, sicuramente centrale, personaggio del Progressive, oserei dire, mondiale…

Peter Sinfield, sognatore, poeta, uomo dalla cultura immensa, ponte per raggiungere emozioni impalpabili, nasce sotto il segno del Capricorno a Londra nel 1943, alcuni dicono nel giorno di Natale.
Conosce nel 1968 i fratelli Giles, Robert Fripp e Ian Mc Donald con i quali forma una band chiamata "Infinity", il primo embrione dei King Crimson, che viene però subito abortito (da non confondersi con il gruppo "Giles, Giles and Fripp", precedente al suddetto, ma senza Sinfield).
A Ian Mc Donald piacciono però davvero molto i testi di Sinfield e decide di iniziare con lui un nuovo progetto.
Arriva nella squadra al basso, a sostituire il comunque degno Pete Giles, Greg Lake: nascono così i King Crimson…

L'arco di tempo che va dal 1969 al  1972 vede l'uscita di album epocali quali "In The Court Of The Crimson King", "Lizard" e l'immenso "Islands". Albums sicuramente spartiacque, che molti considerano come alcuni dei massimi apici del Progressive…
Il ruolo di Pete nei dischi, rispetto a quello degli altri membri del gruppo, può sembrare il più semplice e banale, ma io credo assolutamente il contrario !
Pete ha dovuto "solo" immaginare paesaggi e emozioni, metaforizzare drammi della società moderna, concepire poesie di una drammacità e dolcezza immensa… in una sola parola "scrivere" i testi dei brani… e vi assicuro che ha adempiuto ottimamente il suo compito!
Inoltre Il fedele Sinfield era l'addetto alle luci e al mixer nei live del gruppo, e in qualche pezzo ha pure la possibilità di suonare il sintetizzatore (non vorrei sbagliarmi ma penso più precisamente in gran parte del disco "Lizard").

Nel 1972 Robert Fripp comunica a Pete che non avrebbe più lavorato con lui: le nuove soluzioni musicali del chitarrista erano diverse da quelle di Pete.
L'esclusione dai King Crimson coglie di soprpresa Pete che comunque, amalgamate le nuove idee, pubblica il suo primo disco solista: "Still", rimasterizzato nel 1993 col nome di "Stillusion".
Quest'ultimo è il disco che mi accingo a recensire, esso contiene infatti due capolavori, inseriti come bonus tracks al momento del restauro, "Can you forgive a fool?" e "Hanging fire".

Quindi vi consiglio vivamente di promuovere solo ed esclusivamente l'acquisto di "Stillusion" invece di "Still" (tanto per capirci sarebbe come comprare Led Zeppelin 4 senza "Stairway to heaven" né "Black dog").

Veniamo ora al disco: come vi sarete accorti, la copertina è davvero enigmatica... cosa rappresenta???
Intanto il nome è "The big friend", all'inizio "il grande amico" può sembrare ostile: una principessa, forse una fata, sta per essere divorata da una gigantesca lucertola (icona usata molto da Pete, rappresentante il Dio del fuoco purificatore Salmacis).
Ma osservando attentamente, ci accorgiamo che non è la saliva a uscire dalla bocca di questo archetipo di predatore, ma i capelli femminei della fata. La ragazza infatti sta dormendo beata, in sicurezza benchè in mezzo al pericolo. Questa è la tranquillità che si forma dall'unione degli opposti (considerazione quasi Eraclitea, direi).
Ci sono nella figura pace e tranquillità, sicuramente in contrasto con la faccia urlante dell' uomo schizoide del 21esimo secolo…
Il disco si presenta come una tentata distillazione dei vari periodi affrontati da Sinfield nella carriera coi KC… quindi c'è un pezzo per tutti i gusti!!!!

Il disco si apre con il pezzo forse più bello, "Can you forgive a fool ?".
Chitarre acustiche e mellotron dipingono di un rosa candido il paesaggio immaginario regalatoci da Pete. La mistica voce di Sinfield ci fa sentire a nostro agio: è come se avesse qualcosa di familiare… Questa è la canzone che sicuramente ricorda maggiormente le melodie romantiche e delicate di "In the court", rimanendo comunque originale e aperta ad interpretazione.
Il pezzo successivo, "The night people", è un intreccio di fiati, turbolenti, dilanianti, forse un pò troppo freddi…
Splendida comunque la performance di Sinfield al canto e di Boz Burrell al basso, che vorrei ricordare data la sua recente scomparsa nel 2006.
Segue un pezzo acustico davvero superbo, "Will it be you", che a tratti ricorda il Neil Young di "After the goldrush". La melodia è semplice e rilassa le orecchie dalla precedente "Night people". Ottimo il semplice intermezzo di fiati di Mel Collins, ospite di lusso del disco.
Ecco adesso un altro brano acustico, "Hangin' fire"… escluso stranamente dal precedente "Still".
Forse Pete canta il passato coi King Crimson, un pezzo quindi molto struggente, tinto di una felicità "malinconica".

Buona la successiva "House of hopes and Dreams", con Lake alla chitarra elettrica, anche se un pò ripetitiva… (versione alternativa di quella presente in Still). Stucchevole invece la seguente "Wholefood Boogie", un rock'n roll dai sapori retrò.
Ci riprendiamo con la stupenda "The Piper", una canzone acustica davvero "elfica", con uno splendido assolo di flauto di Collins.
Davvero superba la seguente "Envelopes of yesterday", con una splendida chitarra acustica e Wetton al basso, emozionanti le tastiere e il finalone con un quasi "cinico" Pete che ripete il titolo del brano…
Infine, entusiasmante la successiva "Song of the sea goat", sulla musica del concerto in Re Maggiore di Vivaldi. Pete ha davvero scritto uno splendido ed intricato testo… e il "maestro" Keith Tippett ci incastra davvero un grandissimo assolo di piano… che bel pezzo!!!!

Pete ha successivamente lavorato con altri discreti gruppi nella scrittura dei testi, tanto per citare i più grandi: E.L.P (Brain salad surgery), PFM (Photos of ghost), Gary Brooker e Branduardi.

Consiglio vivamente di visitare il sito Di Pete, www.songsouponsea.com, dove potrete trovare le spiegazioni de testi del periodo crimsoniano e solista, affrontare un vero e proprio viaggio nella mente del compositore per scoprirne la visuale poetica e filosifica.

N.B.: nell'elencazione dei brani ho tralasciato "Under the sky" e "Still", poichè non le ritengo degne di attenzione…

Carico i commenti...  con calma