Come si fa ad andare in Islanda e a non approfittarne per conoscere qualche artista locale?

Dopo un giro dell'isola in 10 giorni, passato a immagazzinare nella mente immagini di paesaggi meravigliosi e di una natura incontaminata, ritorno a Reykjavík e mi fiondo in un negozio di dischi: la distinzione tra "novità locali" e "novità internazionali" fa già capire quanto fermento musicale ci sia da quelle parti.
Scelgo a istinto 4 cd da ascoltare e mi piazzo nella postazione di ascolto: sopra di me un poster pubblicitario del nuovo cd di Justin Timberlake mi ricorda che i "virus commerciali" continuano a crescere a dismisura e presto arriveranno ovunque, ma non mi perdo d'animo e inizio fiducioso l'ascolto.

Bastano pochi minuti per capire che questo ragazzo (già arrangiatore per Mugison e gli Slowblow) ha decisamente stoffa: "Look in the fire" è un lungo pezzo (più di 7 minuti) in cui c'è di tutto: la voce entra dopo 2 minuti di chitarra country (!), poi la canzone cresce ricordando Nick Cave (del quale ha arrangiato il suo contributo per lo spettacolo teatrale Woyzeck che ha debuttato qualche tempo fa a Londra) fino all'esplosione di chitarre e al finale più tranquillo.
"Pack your bags" e "I'll be here" sono due ballate dolcissime: la prima impreziosita da una seconda voce femminile e la seconda dal contributo di archi. La title-track, un rock convenzionale ma non per questo banale, anticipa il pezzo per me più bello, "Something radical", canzone di protesta contro il mondo odierno dal ritmo calzante che mi ha ricordato più volte i (udite udite!) dEUS.
Anche l'andamento di "White tiger" mi ha ricordato il gruppo belga, prima che il ritornello diventi una "marcetta" alla Franz Ferdinand: bello, bello, bello!
"Where children rule", canzone lunghissima caratterizzata da un giro ipnotico di pianoforte che mi ha fatto venire in mente i Red House Painters, e il cd si conclude con tre canzoni intime tra le quali spicca "Alone", con estensioni vocali da brividi, alla Jeff Buckley.

Terminato l'ascolto alzo lo sguardo, ovviamente Justin è sempre lì, fotografato in posa plastica e ammiccante, e mentre pago soddisfatto il cd, sogghigno pensando che il momento dell'invasione è ancora lontano...

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