L’ascesa e la vertigine sono i due elementi che definiscono la spirale, così come l’organo sintetico e il coro femminile sono i due elementi che definiscono "North Star".

Alternandosi (tracce pari: coro; tracce dispari: organo) nelle 10 tracce dell’opera — composta da Glass come colonna sonora di un documentario sullo scultore Marco Polo “Mark” di Suvero (americano nato in Cina), il cui unico pregio è il divertimento che può procurare il suo nome di battesimo abbinato al suo luogo di nascita—, le algide e diafane componenti impiegate dal suddetto per dar forma a questo suo mistico poliedro regolare disegnano, ogni volta daccapo in ogni traccia, una spirale ascendente, generando inevitabilmente una vertigine.

Leggerissimo eppur greve gingillo, a metà strada tra J. S. Bach BWV 988 e una semovente giostra di boleite, questa mezz’ora di svago siderale è, ed in ciò sta il suo fascino, un movimento statico: l’esercizio ascetico da compiersi, pare suggerire, è ricominciare dall’inizio una volta giunti alla fine.

P.S. Non metto le stelline perché ritengo insensato dare voti alla musica.

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