“Udite. Io vi rivelo un mistero: non tutti moriremo, ma subiremo un cambiamento; in un attimo, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba”.
Per effetto della Fase Hobart, il tempo scorre al contrario. Un immenso processo siderale che si verifica una volta ogni miliardo di anni. La vita ritorna dalla tomba, regredendo fino al ventre materno.
“Eh già, pensò: anche Beethoven tornerà in vita; un bel giorno chiamerà ansiosamente dal profondo della bara. E questo a che scopo? Perchè vengano eliminate alcune delle più belle pagine musicali che siano mai state scritte. Che orribile destino!”.
Le idee e le invenzioni si dissolvono dai “Cancellatori” che fanno funzionare la Biblioteca, con la futile speranza di custodire una condizione che è condannata a regredire perennemente. Gli eventi legati ai personaggi, si intrecciano tra loro come solo Dick è in grado di immaginare. Le persone, quando si incontrano, si salutano con un “'Rivederci”.
Protagonista è il “vecchio” e malinconico Sebastian, detentore del Vitarium Fiaschetta di Hermes, con i sui cinque dipendenti.
I Vitarium hanno il compito di scavare e vendere in vita i morti che resuscitano, con tanto di Sacramento della Rinascita Miracolosa, e successive scartoffie burocratiche. Sebastian conduce una vita in bilico tra la morsa di due donne, la moglie Lotta, condizionata da lui e Anne, priva di rimorsi.
“Il vero problema, disse l'androide, è stabilire qual'è il momento esatto in cui l'anima entra nel cadavere che si trova sottoterra. Si verifica quando il corpo viene esumato? Oppure quando sente per la prima volta la sua voce che chiama aiuto? O quando si registra il primo battito cardiaco? Oppure quando il tessuto cerebrale si è rigenerato?”.
Altra figura di rilievo è l'Anarca Peak, salvato dalla tomba del Vitarium. Un teologo nero, processato per eresia, ed espulso dalla Chiesa Episcopale. In evidenza anche altri personaggi, come il solerte agente Tinbane.
Impressionano le dettagliate descrizioni riguardanti gli istanti del ritorno in vita, al punto tale di creare nel lettore la sensazione di essere materializzati di persona nella scena. Le figure concepite dallo scrittore, spesso in attrito tra loro, possiedono un'aura ambigua, come se tentassero di custodire un oscuro segreto.
“Quando ci si sveglia nella bara, sulle prime si prova una stanchezza soprannaturale. La mente è vuota; il corpo non fa nulla. Poi vengono i pensieri: cose che si vogliono dire, azioni che si vogliono compiere. Si vuole gridare e dibattersi per uscire. Ma il corpo non risponde; non si riesce a parlare né a muoversi”.
Il racconto contiene elementi di Fs, ma in realtà è un romanzo da incubo, con un'atmosfera lugubre, cupa e opprimente, che si dipana per l'arco di tutta la vicenda, caratterizzata da eventi drammatici ed ineluttabili, anche imprevisti.
F©
Carico i commenti... con calma