Perché hanno aspettato così tanto? Questo mi è venuto in mente ascoltando questo disco.
A tre anni dall'acclamato "It's Never Been Like That", i Phoenix ritornano sulla scena con un ironico "Wolfgang Amadeus Phoenix".
Perchè hanno aspettato così tanto? Se ripenso alla scena indie francese, a quell'aspetto emo-tivo e malinconico, mi sembra un periodo lontano, passato. Eppure si tratta di qualche anno fa.
Ebbene? che cosa ci offrono stavolta i nostri oltralpini? Un ottimo prodotto. Qualcosa di diverso. Maturo. Sono sempre loro ma hanno studiato, e il suono ora è finalmente compatto e libero. Ora c'è un wall of sound he crea un'atmosfera meno relegata in quella scena francese (e anche un pò belga) del fine '90-2000. Un album irresistibile. Insomma sono definitivamente sbocciati. Tutte le canzoni sono delle potenziali pop-hit.
C'è molta disco. Fedeli alla linea come sempre. "Lisztomania" ti catapulta in un film anni '80, qualcosa sul genere "A.A.A cercasi Susan disperatamente" o "Tre scapoli per un bebè". "1901" è uno dei pezzi più potenti. Ha un'architettura ritmica magnifica, piena di controtempi, ritmi sincopati...ed è un brano pop (e allora?!)! Ascoltate attentamente la batteria e ditemi se non fa cose assurde. "Fences" è il regno della disco. Nel brano c'è una parte in falsetto con tanto di schitarrata che mi fa impazzire. "Love Like a Sunset" dimostra la maturità del gruppo. Qui si sono presi la libertà di fare un pezzo di 8 minuti quasi tutto strumentale. Tanta tastiera che precede il groove della chitarra, poi la batteria... "Lasso" starebbe quasi bene in un album dei Nada Surf. "Rome" continua fedele affidandosi alle chitarre funky con le morbide tastiere. "Armistice" chiude in bellezza.
E' un album datato effettivamente. Sembra appartenere ad altri tempi. In effetti è proprio l'impronta della musica interessante che da un pò di tempo a questa parte passa in convento.
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