I Pianos Become The Teeth si formano a Baltymore, Maryland, nel 2006, e fanno parte della scena screamo/post-hardcore dei vari La Dispute, Touché Amoré e Defeater.
Oltre alle varie pubblicazioni di demo e split (particolarmente notabile quello con i The Saddest Landscape), il loro debutto 'Old Pride' arriva nel 2009 per Blackjaw Records, e li rende da subito uno dei gruppi più importanti della loro scena. Debutto di successo anche dal punto di vista della critica, che li considera a ragion veduta una nuova linfa vitale per lo screamo.
Forti di questo successo i Nostri firmano per Topshelf Records, che nel 2010 ri-pubblica 'Old Pride', e si arriva così al 2011, anno di pubblicazione di questo 'The Lack Long After'. Le caratteristiche del gruppo rimangono le stesse: approcio screamo con cantato urlato e melodie di background ricollegabili all'emo e al post-rock.
Il tema principale di questa opera è la morte del cantante Kyle Durfey, a cui si riferiscono quasi tutte le canzoni del lotto. L'atmosfera del disco è pregna di emozioni, dal primo all'ultimo minuto: tristezza, nostalgia, rassegnazione, e chi più ne ha più ne metta. L'intero album risuona come un flusso di coscienza di cui, grazie all'emotivo graffiato di Durfey e alle incredibili melodie degli altri componenti, entriamo inesorabilmente a far parte. Flusso di coscienza, flusso di emozioni. Se ne viene travolti, fidatevi.
Per quanto riguarda i già citati testi, bisogna dare atto dell'incredibile capacità del frontman di scrivere lyrics che non hanno nulla da invidiare al miglior Jordan Dryer per impatto emotivo. Guardando invece il lato strumentale, bisogna dare atto anche alle incredibili capacità compositive degli altri quattro componenti (Chad McDonald, Michael York, David Haik e Zac Sewell), i quali tessono trame uniche con melodie che arrivano a toccarti gli angoli più profondi dell'anima.
Di difetti francamente non ne trovo, certamente come tutti i gruppi possono piacere o non piacere, ma sono sicuro che i Pianos Become The Teeth siano uno di quei gruppi di cui tra vent'anni si dirà: "avrei voluto esserci quando loro erano in giro". Personalmente io li considero inferiori nella loro scena solamente ai sopracitati La Dispute, anche se i due gruppi hanno differenze che li distaccano sensibilmente, quindi un confronto non ha davvero molto senso.
In sostanza, The Lack Long After, come tutte le altre loro pubblicazioni, è un capolavoro. I Pianos Become The Teeth sono uno di quei gruppi che soppravviveranno per sempre, ne sono sicuro.
It seems we all get sick,
we all die in some no name hospital with the same colored walls,
and I guess that's fine,
but I want to swallow, I want to stomach, I want to live.
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