Ci sono modi e modi per fare una cover... si può rivoluzionare il preesistente, si può attenersi fedelmente, si può prendere spunto e poi spaziare... ma a tradurre ci avete mai pensato? Ancora prima di Eugenio Finardi e "se Dio fosse uno di noi", è Piero Scamarcio a ricordarci che tradurre si può, anzi in alcuni casi si deve. A questo grande ingiustamente sottovalutato si devono chicche come "Messaggio nella bottiglia", "Accendimi il fuoco" e "Ti ho chiamata solo per dirti che ti amo" (i Police? I Doors? Stevie Wonder?). Interpretate con maestria, come solo lui sa fare, con quella voce un pò così che in tanti gli invidiano. Secondo la sottoscritta, il capolavoro resta "Nato negli Stati Uniti". Ecco un estratto delle liriche profonde e pregne di significato metafisico:
"Sono ritornato a casa,
il mio datore di lavoro mi ha detto:
"Figghie mè, non ti posso fare niente!"
All'associazione dei reduci mi hanno detto: "Vattìnn!"
Rit. Nato negli Stati Uniti"
Ora ditemi se non sono versi degni di un grande Vate... e come dimenticare la presenza scenica dell'eccelso Scamarcio, la cui tuta di puro acetato azzurro si sposa alla perfezione col luccichio abbagliante della catena d'oro portata con disinvoltura unica sul nudo petto villoso... eh si, sarebbe piaciuto a Dolce e Gabbana il nostro Piero. Peccato che il logorio della vita moderna lo abbia inghiottito nei suoi meandri consegnandolo alla storia e ai nostri ricordi. Continuo a sperare che dietro quella faccia da grande attore torni un giorno a battere l'immenso cuore Scamarciano... e quando accadrà noi che lo abbiamo amato in gioventù saremo tutti qui a cantare...
"La pioggia viola,
la pioggia violaaaaaaaaaaaaa....."
...magari in un magico trio con gli Oesais, vedremo nascere un mash up di "Radio Ga-Ga" e "127 Abarth". Oddio, vorrei che fosse adesso!
Recensione per pochi e me ne scuso... ma Scamarcio è un caposaldo insieme agli Oesais, Gianni Ciardo e Giginho in tempi più moderni...e chi li conosce può ben capire...
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