"MACROmicroCosmi" è il disco d'esordio di Piertomas Dell'Erba e Simone Porcelli.
Pensato e registrato a Roma, il lavoro si lascia ascoltare tutto d'un fiato. Sax e piano si sposano perfettamente con le contaminazioni elettroniche in un jazz versatile che prende e visita intimamente. Si trovano esplorazioni armoniche mai scontate ed effetti in prospettiva che lasciano assaporare il solismo dei due artisti ed emergerne, allo stesso tempo, le diverse, eppure ben amalgamate, personalità.
MACROmicroCosmi è un racconto che ha inizio con "L'ultimo principio", il brano d'apertura in solo piano, intensissimo, che incuriosisce subito e avvia morbidamente all'ascolto, rivelando subito l'anima dialettica dell'intero lavoro: contrazioni e distensioni in un sound nuovo e sperimentale che non stanca mai perché imprevedibile e raffinato. Il sax di Dell'Erba, sempre estremamente narrativo, rende al meglio la personalità poliedrica dell'artista romano, anche quando racconta in retropalco "L'origine dell'idea" di MACROmicroCosmi: grande spazio all'elettronica che crea il miglior background, senza però mai finire sullo sfondo. Il piano di Porcelli è lì, ordinante e piacevolmente melodico.
In "Doppia vista" le campionature ironizzano la dialettica piano-sax, con un effetto gradevolissimo. Con "Antitetiche percezioni" quella dialettica diventa contrasto: il pianismo intenso di Porcelli anticipa un po' l'intimismo di "With all my soul" in uno space jazz che non riempie spazi, ma li crea. Il sax di Dell'Erba si fa più rauco e vivo, quasi una dichiarazione d'identità. Intanto lo spettro dell'elettronica ne sfuma i contorni, in un piacevole mix che, esasperato, porta al grido di "Psicodramma": qui, velato dal protagonismo degli effetti, si fa strada un tormentato lirismo che si riscoprirà nella melanconica sensualità di "With all my soul". Speciale ed evocativo, il sax di Dell'Erba ritrova nella traccia più slow della raccolta, sonorità più calde, morbidamente distese sulle armonie di un piano mai banale, in un remembering prezioso e mai abusato che sfuma inaspettatamente in quello stesso spazio segreto dal quale proviene lasciando, nella sospensione dell'apparente incompiuto, la possibilità a chi ascolta di "finire" la narrazione partecipandola del proprio pensiero emotivo.
E dalle tensioni intimistiche di "With all my soul" che chiudono idealmente il Microcosmo di Dell'Erba, si muove verso il Macro con "Dissertazioni di un Cosmopolita", animato da geniali sperimentazioni tribal jazz. Centrali, ancora una volta, le percussioni che scandiscono il tempo narrativo, dettandone il ritmo emozionale. Alle contaminazioni afro si interfaccia un piano estremamente elegante: bellissimi i campionamenti che saporiscono di world music il sax del cosmopolita. Armonico è "Il futuro contemporaneo" dell'esperimento romano: la dialettica qui si fa costruttiva almeno quanto può esserlo tra personalità diverse che sanno ascoltarsi. Dell'Erba e Porcelli si raccontano, si confrontano, si incontrano in una terza dimensione meditativa che raccoglie le idee prima della chiusa di "Gratuite emozioni". Un ritorno al sound dell'origine dell'idea che sfuma preparando un nuovo, e mai ultimo, principio.
Carico i commenti... con calma