Sì Sì Sì... È "grazie" alla continua ricerca di suoni sopraffini e ricercati, che a volte ritorna, più forte che mai, la necessità di quella stilosa violenza musicale spappola cervello/orecchie.

Vago (in senso figurato, visto che è 2x2m) nella mia stanza occhieggiando le pile di cd, sperando che uno di essi mi regali un istantaneo flash di ricordi ormai prossimi all'oblio...

Un barlume di remota energia mi passa per la spina dorsale quando il mio sguardo si posa su "Electrocaine", album datato '98, di un gruppo francese sperimentalista che non ha riscosso lo stesso successo di altri connazionali contemporanei come Daft Punk o Cassius.
Ricordo che questo cd fu la colonna sonora costante di un'estate trascorsa all'insegna della sbornia e del casino, quando ancora mi sentivo onnipotente e straripante di energia... comunque ora bando ai ricordi e procediamo con la rece...

Il tizio in copertina, tale Antony Sandor, front liner del gruppo, è sicuramente l'immagine più azzeccata per dare una prima impressione di quello che ci aspetta all'interno del cd... parola d'ordine: ENERGIA, un'energia che brucia e che spinge a lasciare qualsiasi freno inibitorio. La tendenza di fine anni '90 ad emarginare (almeno quì a Perugia e dintorni) qualsiasi tipo di sound troppo "discotecaro" ha fatto passare quest'album inosservato dalla maggioranza benchè sia, tutto sommato, molto ben fatto.
Tutto dipende, come sempre, da cosa uno cerca e da che punto di vista la si osserva... è difficile delineare chiaramente il genere che i Pills tirano fuori dai loro cilindrici miscugli, ciò che però risalta è una "semplicità" di fondo che contraddistingue le loro creazioni dalla marea di complicate sfumature che la maggior parte degli artisti moderni utilizza per le proprie creazioni... in poche parole ascoltare questo cd è come osservare un armonico quadro astratto realizzato con diversi ed accesi colori stesi con pennellate decise e ben definite, senza troppe sfumature...

I Pills trovano un bel groove, sul quale inserire suoni cool, poi lo fanno girare con vigore fino a portarlo al suo termine... niente di più semplice, niente di più "grezzo", niente di maggior effetto, quando ben fatto.
Il risultato è energia, diretta e godibile per tutti, così da far risultare questo cd ideale per una pista da ballo nel bel mezzo di un prato o magari in un capannone abbandonato, anche se non credo di essere stato il solo ad essermelo sparato più volte in cuffia, ovviamente a palla ;) Acid-House, Hip-Hop, Electro-Funk, Club/Dance, Urban-Style, sono solo alcuni dei generi riconoscibili quando si ascoltano queste tracks, che non nascondono a volte ambientazioni alquanto dark (vedi la bellissima "Darkside")... Vedere Antony Sandor è un pò come vedere un Bob Marley senza una coscienza di pace e fratellanza, dedito alle droghe chimiche più che alla marijuana e con una gran voglia di far casino...

In definitiva, una boccata di aria fresca presa a tutta velocità che si contrappone a meandri musicali fin troppo sofferti, dove l'aria ristagna di complessità... non rimane altro da fare che ascoltare i samples, no?

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