Un dei primi libri che ricordo di aver letto, quando ero bambino, è Huckleberry Finn. Quel ragazzino biondo, smilzo, che viaggiava in lungo e in largo negli Stati Uniti di metà Ottocento mi affascinò, mi fece sognare e fantasticare su imprese che anche io avrei voluto affrontare. Parlo di questo libricino che ancora conservo da qualche parte in soffitta, in uno scatolone con tutte le mie cose logorate dall'uso e dal tempo, perchè poche settimane fa mi è tornato alla mente ascoltando il disco nuovo dei Pinegrove, giovane band del New Jersey approdata da poco alla Run For Cover.
Evan Stephens Hall, cantante di questa band, imbracciando un semplice chtarra e cantando della sua vita, delle sue esperienze di ragazzo americano, mi ha ricordato un novello Huck Finn. Forse è stato l'evocativo titolo dell'album, Cardinal, a farmi tornare in mente i viaggi del ragazzino protagonista del romanzo di Mark Twain. Forse è il fatto che in tutti i brani del disco, Hall parla di se stesso, delle sue avventure, dei i suoi amori, del suo passato e della sua voglia di lasciarsi tutto alle spalle e cambiare strada. Un viaggio, non solo fisico, descritto con tono dolce-amaro, con parole schiette e sincere, con melodie semplici eppure convincenti.
In Cardinal c'è un cerchio che si apre con il brano iniziale "Old Friends" e si chiude con il brano finale "New Friends", proprio per descrivere la voglia di mollare tutto e cambiare vita. Di crescere e affrontare la vita da adulto, con tante incertezze e tante paure. Hall non ha remore nel mostrarsi fragile, e in "Aphasia" racconta con trasporto i problemi che ebbe da bambino nell'esprimersi a parole, nello scrivere, nel comunicare con le altre persone. Racconta di come ora, che ha risolto questo difetto, si senta finalmente libero di dire tutto ciò che prova, a chiunque voglia ascoltarlo.
L'album dei Pinegrove ha un taglio decisamente DIY, ha un suono casalingo e indie. Trae linfa vitale dal folk sghembo dei Bright Eyes, dal rock dei Built To Spill, dal banjo di Sufjan Stevens, e dal malinconico emo degli American Football. Derivazione quindi, ma anche tanta personalità. Una personalità fragile e forte allo stesso tempo, che ti fa appassionare a questo disco già dal primo ascolto.
Con soli otto brani e trentuno minuti di durata, Cardinal si piazza già tra i dischi migliori di questo neonato anno, E' un album che dà speranza, dalle melodie perfette e che arrivano dirette al cuore. Un disco tenero, delicato, ma che attraverso le parole tira fuori una determinazione e un vigore incredibili, e che lancia i Pinegrove tra i grandi nuovi nomi dell'indie americano.
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