Pink Floyd - A Saucerful of Secrets (Columbia 1968)

Genere: Psychedelic Rock

Questa non è una recensione vera e propria, ce ne sono tante in giro (forse anche troppe) è un ricordo, un atto di amore verso un disco veramente mitico. L’ho rimesso sul piatto (virtuale) del mio stereo, lentamente ne ho riassaporato la meraviglia e la grandezza, e ne ho ricordato mentalmente passaggi e invenzioni. Sì è vero, le cupe sperimentazioni del primo disco si sono attenuate e i suoni incominciano ad avere quel sapore dolciastro che caratterizzerà la loro futura produzione, ma la magia è la stessa e alcuni brani resteranno tra i più belli mai realizzati dal gruppo.

Syd Barrett, gran maestro del loro debutto, ha imboccato una strada maledetta e allucinata, compare in un solo brano, David Gilmour, con la sua chitarra ancora timida, ne prende lentamente il posto, traghettando il surrealismo barrettiano in un territorio più morbido e meno spigoloso.

Se qualcuno mi chiedesse: “Allora preferisci il primo o il secondo disco dei Pink Floyd?”, mi tornerebbe in mente quell’assurda domanda che mi facevano da piccolo: “Vuoi più bene alla mamma o al papà”.

Carico i commenti...  con calma