In netta contrapposizione con il '67, dove l'amore e la pace regnavano sulla bocca d'ogni persona, il 1976 portò più che altro odio, odio su tutti i campi. Quello musicale ne era ben impregnato, vedendosi arrivare addosso gente sporca, marcia bucata e maleodorante, i punk. Essi erano nemici giurati di qualunque cosa fosse "arte ben costruita": immaginiamoci ordunque cosa pensassero Rotten, Vicious e co. dei nostri Pink Floyd, che solo due o tre anni prima se n' erano usciti con la quasi Bachiana "Shine On You Crazy Diamond". In questo clima di non certo distensione i beniamini del suono per eccellenza se ne uscirono con il loro disco più aggressivo, il più ostile e spaventoso, il terzo tassello della trilogia sullo squallore della condizione umana: Animals. Questo non rifugge più dal nucleo centrale prendendo altre vie, come il "wish you where here" precedente, ma raggiunge il sodo immediatamente, scagliando una freccia nel cuore dell'ascoltatore, che ne rimane inquietato.

Non credo vi sia un album che più di questo sappia dipingere così bene i carateri del genere umano; i potenti, i leccapiedi, la massa ignorate e orba. Maiali, cani e pecore; rifacendosi alla sintassi espressiva del sommo George Orwell nella sua "fattoria degli animali", Roger riesce a dare un'impronta indelebile a questi personaggi, così ben delineati in tutte le loro cristalline sfaccettature. Come sempre la copertina ha un’importanza fondamentale nel disco: essa richiama molto le due parti di “ PIgs On the Wing”; un grosso maiale vola inquietante e presagio di sventura attorno alle ciminiere di una scrostata fabbrica. Notare il simpatico fatto che il tutto è un sovrapposizione d’immagini: vi fu infatti un vero maiale gonfiabile che volava presso la Battersela Power Station, ma quello “vero” cadde in bosco presso Cambridge, non sotto controllo, Algie (il nome del maiale gonfiabile vero) trovò la sua fine ancor prima di aver raggiunto il proprio scopo.

L'Album è strutturato su tre lunghi brani di cui uno inedito e due ("dogs" e "sheep") già sentiti dal tour di "Wish You Where Here", con titoli e testi diversi, rispettivamente “You’ ve got to be Crazy” e “Raving and Drooling”. Alle due estremità del disco vi sono due piccoli gioiellini acustici, altamente poetici, che, per la prima volta nella storia del gruppo, parlano d' amore. Se escludiamo la folle Bike dai tempi di "The Piper At The Gates Of Dawn", infatti, sono poche, pochissime le canzoni d' amore nei Floyd. Ad ogni modo, la mia impressione principale è che queste due perle siano state strategicamente posizionate per "addolcire" gli aggressivi toni del disco: una coppia di innamorati che vivono i propri sentimenti lontano dalla sporca melma della società, boriosa e falsamente amichevole. Dopo la breve introduzione di "Pigs On The Wing (part 1)" si entra nel vivo del disco con la splendida "Dogs". un veloce strepito di chitarra ritmica ci trascina verso un'incredibile gamma di assoli poderosissimi e distorti, inquietanti ululati e atmosfere tipicamente da "bassifondi", mentre Gilmour e Waters duettano parlando di persone feroci, false, pronte per avere il potere ad accoltellare il loro migliore amico.

"You gotta be able to pick out the easy meat / With your eyes closed / And then moving in silently, down wind and out of sight / You gotta strike when the moment is right / Without thinking / And after a while, you can work on points for style / Like the club tie, and the firm handshake /A certain look in the eye and an easy smile".

Ma alla fine nasce in queste terribili persone serve del potere il dubbio di essere state usate, ma è troppo tardi, sono troppo logore, stanche. Non hanno la spinta di un tempo e le zanne troppo smussate per ribellarsi, non gli resta che morire "dragged down by the stone" in un abisso di rimorsi e confusione. Gli spiragli di suono continuano ancora nelle cuffie dello shockato ascoltatore quando si sente uno strano arpeggio d'organo Hammond in mi minore intervallato da poderosi battiti di basso, chitarra e batteria. è Pigs (three different ones)": I maiali, nell'immaginario Watersiano, sono i Padroni con la "P" maiuscola, la cui vastità d'azione è tremendamente ampia, nemmeno lontanamente paragonabili a quella dei cani, loro leccapiedi: in questa canzone, come si può vedere anche dal titolo, viene dato un rapido (quanto giusto) identikit delle persone Potenti in ogni loro caratteristica, forti, influenti. Il grassone, l'uomo tronfio, falsamente patriottico, dall'animo spietato ed assassino. Segue la vecchia gobba strega alla fermata dell'autobus, la cui voce è simile allo stridere dell'acciaio e la cui potenza non è certo da sottovalutare. Se i primi due "identikit" danno un immagine "generale" del tipo di persona/maiale, la terza è realmente esistente: Mary WhiteHouse era una donna molto presente nella politica inglese dell'epoca, famosa per la sua intolleranza verso l'arte, giuocava a fare la censora ed a ripulire l'arte da ogni parvenza politica e sociale. Dal momento che si era particolarmente accanita con i Floyd ai tempi di "Dark Side" e "Wish You Where Here", Waters si vendicò facendola divenire il terzo ed ultimo esempio di maiale potente.

L'atmosfera si placa e sullo sfondo si sentono i gemiti delle placide mucche al pascolo, quando la voce di Waters torna ai toni drammatici già sentiti nelle canzoni precedenti: sono le pecore, animali gretti ed ottusi che accettano le ingiurie del potente e del suo leccapiedi: ragazzi, faremmo meglio ad auto-convincerci che il pericolo non è reale, che è solo un'illusione dei pessimisti. L'illusione non può durare per sempre, però, perché almeno una volta la pecora, stufa del gioco, esclama: "Che sorpresa! Un espressione di shock finale nei tuoi occhi. Ora le cose sono proprio quello che sembrano. No, questo non è un brutto sogno." l'atmosfera cala in religioso silenzio, suoni strambi e voci confuse sullo sfondo lanciano frecciate alla chiesa e alla sua influenza sulle persone, a Dio stesso, mettendo in risalto il rapporto "pecora sta a uomo come uomo sta a Dio". Ne risulta una grottesca rilettura dell'ecclesiate in cui la pecora ha via via meno stima del proprio pastore: dalla quasi adorazione verso di lui all'odio più totale quando essi la converte in costoletta d' agnello.

Dopo il sacrilego dialogo (affidato al buon Nick Mason) si torna al ritmo ossessivo dell'apertura. Waters conclude la composizione con un' ipotesi di futuro e falsa speranza per le pecore. "Have you heard the news? / The dogs are dead! / You better stay home / And do as you're told / Get out of the road if you want to grow old". Sfuma in folle corsa la composizione dedicata alle pecore e torna, subito l'allietante melodia in sol maggiore di "Pigs On The Wing". La risposta definitiva alla prima parte. se infatti in quest'ultima veniva chiesto all'amata se veramente l'ama, nella seconda parte vi è una consolazione generale con la voce di Waters che canta "Lo sai che m'importa ciò che ti accade / E lo so che tu hai cuore ciò che mi riguarda". Così finisce l'album, e con il senno di poi possiamo dire senza problemi che questo è davvero un ottimo preludio, una grandissima ouverture per ciò che verrà dopo, il muro più famoso della storia del rock.

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