Cavalcare l'onda. Rimanere in equilibrio. Squilibrati mentali.
Dio prese la somma Luce e la scagliò in un prisma. Tutto ciò che succedette dopo è scritto su tavole di pietra e rimarrà nella memoria colletiva, rimarrà, come una Commedia, come degli insignificanti Idilli di un certo Giacomo, Colui che frignava perchè la figa mancava.
Ma questa è solo una passeggiata sull'erba coperta di brina, il sole è ancora lontano.
Anno 1987. "The Wall" era passato, ma non abbattuto per il sottoscritto. Il taglio finale era ormai avvenuto e uno che aveva in testa idee non condivisibili e nichiliste (in un certo senso), che corrispondeva al nome di Roger Waters, si era allontanato dal gruppo psichedelico più amato e conosciuto (non per questo il migliore, considerazione fatta mentre guardavo una copertina con un muscolo e una piccola scritta sopra).
Nuovamente, anno 1987. Apro lo scaffale polveroso e sorrido mentre accari vanno e vengono per l'aere tenebroso di camera mia. Un vecchio (stagionato bene come il vino, o anche meglio) LP, anch'esso polveroso. Semplice. Nero. Un colore a sinistra, un prisma al centro, un mistico arcobaleno a destra. Il resto, spazio. Buco dell'ozono. Ozono del buco.
Candido mattoncino di quarantatrè minuti circa. Diviso in nove parti, che mi sembra inopportuno indicare mediante l'odiato track by track.
"Speak To Me" .
"I've been mad for fucking years...very hard to explain why you're mad, even if you're not mad..."
Si, e spiegami cos'è questa pazzia. Non siamo forse noi umani tutti pazzi? Alcuni non lo vogliono ammettere, altri sono richiusi e impossibili da vedere a tutti gli occhi attenti. Pazzia su misura. Giusto per incidere un disco e poi ritorniamo normali dai. Esperimento fallito, Waters. Sei peggiorato e hai partorito i tuoi piccoli gioielli. Oh povero, sei diventato alienato e pazzo, l'hai fatto per noi, pubblico ignaro. Un grazie ambiguo te le meriti.
Noi e loro. Tempo (non si ferma più sto stronzo ! e come l'autobus al mattino...). Fazzoletti Tempo. Raffreddore. Pazzia.
Ignobile associazione di parole. Parole associate alla cazzo di cane, forse. Senza senso apparente. Ma dai...
Ironia della sorte, oggi è venerdi tredici. O forse no. Tempo.
Un giorno ti alzi e nel monotono proseguimento di serata leggi questa recensione. Che non è una recensione.
Accozzaglia di pensieri spensierati, frutto di un insolito individuo che l'ultimo mattone l'ha posto molto tempo fa.
Non tutto quel che è oro luccica. Ma l'unica cosa naturale che in questo mondo luccica è solo l'oro.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle
E questa siepe che da tanta parte
De'll ultimo orrizonte il guarde esclude.
Ma sedendo e mirando interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete,
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando; e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e'l suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E'l naufragar m'è dolce in questo mare.
Eclissato dalla tua stessa ombra.
Felicemente.
Dimentichi.
Ricordi.
Espiri.
Vai.
Ciao, e grazie per aver letto parole di un minorato mentale.
Ci vediamo, e so che quando guarderete la mia immagine desidererete non avermi mai visto.
Forse perchè non mi vedrete mai ? Lo spero.
Salutatemi Gilmour, Mason e Wright. E dite loro grazie da parte mia per aver scritto questo disco. Assieme al pazzo di turno.
Del domani non v'è certezza.
The Dark Side Of The Moon - 1973.
PS: Per DaveJonGilmour, a cui voglio bene, ecco una dedica:
US AND THEM E' LO SPAZIO FRA LE NOTE. UN NUOVO MODO DI CONCEPIRE LA MUSICA.
E non si tratta di una banale presa in giro. Ora votate. Destra o sinistra? Centro.
Eclisse. Ulisse. Termistocle. 'Fanculo.
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