"Alternativo" è un aggettivo interessante ed estremamente malleabile: ognuno ha la propria visione di cosa rappresenta (e non rappresenta), ma in ambito musicale è usato spesso e volentieri più per motivi prettamente cosmetici e di target commerciale che di effettiva pertinenza, per quanto mi riguarda riconosco l'esistenza di un genere musicale "alternative" tanto quanto la Cina riconosce l'indipendenza di Taiwan, tuttavia credo che in alcuni casi questo appellativo sia quantomai calzante. La mia concezione di alternatività ha molto a che vedere con l'idea di base che anima un artista/progetto musicale e ben poco con il sound in senso stretto; tanto per fare un esempio, gli Army Of Lovers per me erano/sono alternativi, così come i Pink Martini, una bizzarra "orchestrina" che, con il suo prezioso lavoro di recupero di sonorità e melodie appartenenti a svariate culture musicali, nessun particolare appoggio discografico ed una buona dose di fortuna è riuscita ad imporsi come un piccolo "cult" musicale, specialmente nell'Europa francofona più che nei nativi USA.
Ci sono alcune cose riguardo ai Pink Martini ed in particolare a questo esordio, "Sympathique", che possono apparire fuorvianti; innanzitutto la stessa ragion d'essere di questo progetto, che da un punto di vista superficiale potrebbe sembrare nulla più che il passatempo di due ricchi ex studenti di Harvard, il pianista e compositore principale Thomas Lauderdale e la voce femminile China Forbes, e poi la veste grafica con cui si presenta questo album, che è accattivante ma a conti fatti ben poco rappresentativa del contenuto nella sua globalità. Punto primo: qualunque sia il background dei suoi ideatori i PM sono un progetto interessante, originale e mosso da una grandissima e sincera passione nonchè da solide basi culturali e questo è più che sufficiente, per quando riguarda la seconda constatazione bisogna rilevare una certa astuzia da parte di Lauderdale & Co: Torre Eiffel in copertina + titletrack = successo garantito in un mercato sicuramente molto favorevole alla loro proposta musicale, ma a parte questo "Sympathique" ha ben poco altro di francofono; a fare la parte del leone sono atmosfere latino-ispaniche, con inserti broadwayani, greci, giapponesi e brasiliani. A differenza della produzione successiva della banda (notare la a finale) quest'esordio è praticamente un album di cover, a parte la famosa titletrack l'unico altro inedito è "Lullaby" che ne riprende la melodia, poco più che una graziosa outro, ma "Sympathique" merita veramente una menzione speciale, perchè a mio modo di vedere è un pezzo veramente clamoroso. La canzone perfetta come sottofondo di un'oziosa domenica pomeriggio, un motivetto indimenticabile che stabilisce un nuovo standard di frivola ed adorabile graziosità e permette di apprezzare il talento vocale e la classe interpretativa dell'ottima China Forbes, una "feel good song" pura e semplice, splendidamente naif, come oggi non esistono quasi più.
In questo debutto i Pink Martini sembrano quasi voler "tastare il terreno" e verificare le proprie potenzialità; si limitano a cose relativamente semplici, non solo per la presenza di un solo (seppur memorabile) episodio di produzione propria, ma anche proponendo varie rielaborazioni di grandi classici, come ad esempio una perfetta "Amado Mio" in apertura, passionale e di sicuro impatto, l'iconico samba di "Brazil", splendidamente proposto in una veste particolarmente ricca, curata e suggestiva e un'interessante rielaborazione dilata e rarefatta di "Que Sera Sera", trasognata, pensosa, quasi malinconica. Tutte belle riletture, ma i Pink Martini danno il meglio soprattutto nella meravigliosa "Never On Sunday"/"Ta Paidia Tou Piraia", anche questa molto rallentata ed esaltata nel suo aspetto più indolente e sensuale, una perfetta combinazione sirtaki/bossanova che eleva questo grande standard ad una dimensione più moderna e dimostra l'impeccabile sensibilità e buon gusto melodico di Thomas Lauderdale e la classe cristallina di China Forbes. In questo gioioso pout-pourri di suoni ed atmosfere eterogenee e multiculturali rientrano anche un paio di strumentali, i sei minuti di eleganza latin-jazzy di "No Hay Problema" e il suggestivo notturno caraibico di "Andalucia" del compositore cubano Ernesto Lecuona, che ben rappresenta l'anima più esotica di "Sympathique" insieme a "Donde Estas Yolanda?", ritmato e piacevole classico portoricano interpretato da Pepe Raphael, voce maschile dei Pink Martini, come anche "La Soledad", rielaborazione di una melodia di Chopin, una performance crooneristica di grande dolcezza, malinconia ed impatto teatrale. La perla più nascosta di "Sympathique" rimane comunque "Song Of The Black Lizard", dalla colonna sonora di un semisconosciuto film giapponese degli anni '60: atmosfera noir, affascinante ed elegantissima, quasi surreale, intrecci perfetti tra piano e ottoni e un gran finale con un'altra grande performance di China Forbes.
"Sympathique" è un susseguirsi elegante ma coloratissimo di atmosfere e sensazioni, multietnico, gioioso e vitale ma non è sicuramente un disco perfetto, troppo disomogeneo per formare un discorso unico e coerente ed in più è solo il primo passo, relativamente prudente, di un bel percorso artistico, a cui non si può non riconoscere un'indubbia originalità e che ritengo essere veremente nobile e degno di lode anche solo per le intenzioni (caso più unico che raro). Riscoprire e far conoscere a più persone melodie lontane nel tempo o proprie di determinate aree geografiche vuol dire fare cultura in senso ampio, farlo proponendo belle canzoni, arrangiate con gran gusto e suonate da musicisti in gamba (in questo disco spiccano in particolare le sezioni di fiati e le percussioni, queste ultime soprattutto negli episodi caraibici) è veramente un'operazione da epic win, per usare un linguaggio ggiovane.
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