Ascoltare questo disco è come immergersi in un mondo. Figurativo, retrò, vintage, chiamatelo come volete. Indubbiamente questo primo disco dei Pink Martini è certamente una delle migliori rappresentazioni dell'universalità della musica e delle passioni ad esse legate.

Alla base di queste undici composizioni si delinea una raffinatezza stilistica ma anche un rispetto formale delle più alte espressioni popolari. Dapprima una piccola band dell'Oregon fondata dal pianista Thomas Lauderdale, attivista che si sforza di usare le loro esibizioni per sensibilizzare il pubblico dei loro concerti per cause a scopo benefico. Poi nel 1997 l'impegno diventa una professione proprio con questo disco che, grazie alla title track, vende circa 700 mila copie in tutto il mondo. Evocativi, abbiamo detto, a cominciare dalla scelta delle cover. L'attacco incisivo della cantante China Forbes apre "Amado mio" e sembra di rivedere il fantasma di Rita Hayworth esplodere in tutta la sua sensualità o ancora Doris Day in una canzone che si potrebbe definire eterna come "Que serà serà". Ma è anche un affresco di luoghi incantevoli e di popoli"Andalucia" già dal titolo testimonia un omaggio a una comunità spagnola multiculturale caratterizzata da una forte identità. Ma si passa dai richiami orientali di "Songs of the Black Lizard" all'affresco latino di "Brazil" o alla citazione di Chopin posta come introduzione di "Le Soledad", il tutto mescolato in un sapiente equilibrio.Difficile collocarli in un genere, troppo comodo posizionarli nell'etichetta lounge.

I Pink Martini è un ensemble di musicisti come il percussionista Richard Rothfus che vive in maniera libera il suo rapporto con la musica che spazia da Schubert a Santana fino agli Slayer. Ma come non ricordare il vocalist Pepe Raphael il trombone di Robert Taylor, la tromba di Gavin Bondy, il basso di Phil Baker (bassista per nove anni in tour con Diana Ross ed estimatore della nostrane corde D'Addario), le percussioni, la batteria e le conga di Brian Lavern Davis, attualmente professore ordinario alla Portland State University e di Derek Rieth oltre a quelle di Timothy Nishimoto, titolare a Long Beach di «Vino Paradiso Wine Bar and Bistro» e della batteria del peruviano Martin Zarzar. A cui si aggiungono poi anche il violino di Nicholas Crosa, la chitarra di Dan Fahenle.

I Pink Martini oggi si esibiscono in tutto il mondo, oltre a "Sympatique" hanno all'attivo altri due album "Hangin on a little tomato" del 2004, "Hey Eugene"del 2007 e il recente "Splendor in the Grass" tutti lavoro di notevole spessore ma "Sympatique" risulta il più omogeneo nell'affrontare stili diversi in una omogenea miscela di freschezza e leggerezza senza essere didascalici o retorici.

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