Eccomi qua. Alla fine vuoi o no vuoi (in realtà voglio) mi ritrovo a scrivere la recensione di album che a me piace tanto, ma che gli amanti di Pino vecchio stile includono fra i dischi da denigrare.

Io me ne frego e comincio.

Il recensore di "Bonne soiree" ha definito la svolta del 1987 senz'altro in modo positivo. Io vorrei fare altrettanto per questa tendenza del Pino del 1999 e per non incappare in errori grossolani mi sono messo in cuffia quest'album per far sì che l'ascolto accompagni la recensione in tempo reale. "Alibi perfetto" è appena finita. Bel riff di chitarra pulita che apre il disco in modo piacevole. L'elettrica distorta parte con una breve frase che, pur se non troppo originale, è orecchiabile e efficace. Il testo è carino e anche se le parole del ritornello sono da quattordicenne invaghita il pezzo resta bello grazie anche a bei fraseggi su pentatoniche blues alla voce. Io però un punto in più di metronomo glielo avrei dato. Il secondo pezzo è "Ladro d'amore", un brano permeato di elettronica. Bei suoni e davvero trascinante. Bellissime le percussioni. La femmina è la protagonista del testo e Raiss degli Almamegretta collabora con un rappato direttamente dai Quartieri spagnoli. "Neve al Sole". Il singolo. Ricordo il video molto colorato. E' l'hit d'obbligo che Pino ci ha aveva abituato ad ascoltare già in "Non calpestare i fiori nel deserto" e "Dimmi cosa succede sulla Terra". L'assolo di Stratocaster spiazza parecchio. E' breve e consiste essenzialmente nelle Pineggianti scale di sedicesimi raccolti in terzine ascendenti e poi discendenti. "Cosa penserai di me" fu un altro video che Mtv mandava a rotazione. Peccato che i singoli di Pino non siano quasi mai i pezzi più belli dei suoi dischi. Se solo la gente avesse un pò di gusto in più darebbe tributo ad un Artista che incide brani come questo ma sa dare ben'altro. Carino il brano comunque, non fraintendete. Il riff è sfizioso e i cori danno anche un tocco, non voglio dire di classe, ma comunque caratterizzante. Segue "Sì forever", colonna sonora di "Amore a prima vista" di Vincenzo Salemme. Non la commento. Ascoltatevela e basta. "Da soli no" colpisce per la strofa con fraseggi molto bluesy. La successiva traccia titolo può rientrare nella categoria che include la già menzionata quarta traccia ma i cambi di accordi sono molto più incisivi. "Samba in my mind" in una classifica critica dei brani del disco lo metterei all'ultimo posto, ma l'atmosfera del ritornello non è male e la melodia nemmeno. Di chitarra c'è n'è parecchia in "I buoni ed i cattivi", non solo nel testo. Certo, l'assolo di chitarra classica che si sente su "Annaré" (1982) qua non c'è, ma a chi ama il Pino chitarrista non credo dispiacerà. Siamo arrivati al terzultimo brano. Il livello sale parecchio. Non c'è paragone con alcuni dei pezzi precedenti. Questi hanno un'identità ben definita. La prima è "Soldato dell'universo". La batteria campionata è trascinata e dà al pezzo un'impronta definita già dall'inizio. Il riff di chitarra è costruito su 2 ottave. Accattivante ed arabeggiante. "Viaggio senza ritorno" ha un bel groove ed è orecchiabile. Un pezzo abbastanza fresco, si è sentito anche spesso nelle radio dell'ultimo anno del secondo millennio. Chiude il disco "Stella cometa". E' il brano del disco più trascinante e dopo un inizio relativamente pacato parte un basso corposissimo su quale si staglierà poi qua e là il riff di chitarra.

Chiedo "scusa" a tutti quelli che credono DeBaser debba essere una sorta di centro sociale virtuale nato per "discutere" sui problemi del razzismo, l'inquinamento e le sorti del mondo politico e chiedo "scusa" a quelli che vedono le recensioni come la mia come inutili e cretine (detto con garbo). Per quello che mi riguarda cerco di parlare di musica, una branca dell'arte che, in quanto arte, è opinabile. Quindi la descrivo a modo mio, come i fisici descrivono il mondo utilizzando i numeri. Non è IL modo, ma UN modo per farlo.

Stateve bbuono guagliù.

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