Ci tenevo particolarmente a soffermarmi su questo personaggio. Pino Donaggio ha rappresentato l'alternativa musicale al rock'n'roll che spopolava negli anni 60 insieme a Luigi Tenco. E proprio insieme a quest ultimo, è stato fondamentale nel passaggio alla canzone 'moderna', come la intendiamo oggi. Con questo non intendo che il nostro non abbia tentato approcci alla musica 'giovanile', ma l'epoca quasi lo esigeva. Non pochi i pezzi quasi da ballo del cantautore Veneto. Ma il suo meglio, per la quale è ancora oggi ricordato, era dovuto ad altri tipi di approcci alla canzone.
Alzi la mano chi non ha conosce 'Io Che Non Vivo (Senza Te)'. Alzi la mano ora chi sa che l'autore del brano si chiama Pino Donaggio. Magari qui lo sapete, ma in un ambiente in cui non si respira musica li avrei sicuramente fregati tutti. Una canzone che possiamo definire senza tempo, uno dei pilastri del brano all'italiana al pari forse con 'Volare' o 'Sapore di sale'. Presentato nel 1965 al festival di Sanremo e classificatosi primo in classifica per tre settimane, il brano ebbe un impatto clamoroso addirittura sulla vita delle persone. Un po come Julio Iglesias e la sua 'Se mi lasci non vale' , i dischi del Donaggio andavano a ruba, la gente non voleva altro che sentire girare per radio il brano. Incisa successivamente anche da Dusty Springfield, ovviamente in chiave inglese e dal titolo 'You Don't Have To Say You Love Me', iniziò a riscuotere successo anche fuori dall'Italia.
Pino nasce come cantautore. Essì, la cosa non era usuale all'epoca, facile che ci si facesse scrivere i testi da altri, sopratutto agli esordi. In casa sua si respirava musica, e studia anche violino. Inizia le incisioni nel 1959, proprio mentre un po lontanuccio se ne usciva 'Oh Carol' di Neil Sedaka e le canzoni di Paul Anka. E nel tentativo di italianizzare la cosa, registra i suoi primi brani di scarso successo, fino al 1961 in cui esce il suo primo album, chiamato 'Recital'. Parlavamo dei Bisonti. Se l'esordio dei Bisonti era un miscuglio di pop melodico e beat italiano, questo disco è un brodo di canzone italiana come si deve e musica da ballo. Atipica la prima traccia, 'Cane di stoffa', simpatica canzone ma niente di piu. Ma gia le cose cambiano con la seconda canzone, 'Tu Sai', molto Tenchiana, con un testo sofferente nei riguardi di una donna che sfugge. Molti gli episodi 'da ballo', come 'Non ti posso lasciare'. che tanto andavano di moda all'epoca ma che non fecero la fortuna del cantautore. Bellissima anche 'Sera D'Inverno', incisa pochi anni prima come singolo, tutta da riscoprire. Musica perfetta e voce da palcoscenico, tra i picchi del disco e della prima produzione Donaggiana, emozionante ed invernale. Ancora musica da ballo derivante dall'epoca con 'Pera Matura', ma è indubbiamente l'ultima canzone a valere il prezzo del disco. Si tratta di 'Come Sinfonia', indubbiamente la canzone piu famosa della prima parte della carriera del cantautore. Quasi come una risposta a 24mila baci di Celentano, si tratta di una delicata canzone d'amore sorretta da uno stupendo movimento d'archi. La canzone è stata poi cantata anche da Mina, il che ha resto il brano indubbiamente un classico del repertorio del cantautore Veneziano. Citato (insieme a 'Io non vivo (senza te)') nel brano 'Souvenir' dei Santarosa, incredibile quanto Tenco sia presente nella canzone. Testo ispirato e bello come pochi (Ascolto e ti vedo ancora piu vicina/ la musica che sento è come sinfonia). Di una dolcezza piu che rilevante, inoltre cantata dai Cugini di Campagna nel film del 2003 di Nini Grassia per l'appunto chiamato 'Come Sinfonia'.
Chi è oggi Pino Donaggio? Incredibile ma vero, dai palcoscenici di Sanremo il nostro è arrivato addirittura ad incidere colonne sonore, ed anche piuttosto importanti! Ricordo le piu famose, ovvero 'Carrie, lo sguardo di Satana' di Brian De Palma, 'Non ci resta che piangere' con Troisi e Benigni, la serie tv 'Don Matteo', ma insomma, i titoli sono davvero tanti. Regista col maggior numero di collaborazioni? Brian De Palma, addirittura 6, tra famosi e meno importanti. Un curriculum niente male quello di Pino, artista che va oltre il solito brano da tutti conosciuto.
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