Introduzione: la teoria del Punk Brutto. Il "Punk Brutto" non è, contrariamente a quanto si possa pensare, necessariamente un dispregiativo: è piuttosto un (non)genere a parte, con regole e stilemi propri, analogo come concetto al B-Movie. Si parla quindi di Punk Brutto in presenza di band, prevalentemente hardcore, crust e street punk, che sopperiscono alla totale mancanza di qualsivoglia perizia tecnica, profondità di significato e pulizia nelle registrazioni con le urla, la violenza e la voglia di spaccare il mondo a testate. Musica sporca e cattiva, brutta appunto, ma autentica, incontaminata, vera e viva per questo. Un recensore più colto potrebbe parlare di chitarre slabbrate, batteria forsennata e urgenza, ma qua l'unica vera urgenza è la chiamata della natura alla quinta lattina di birraccia.

Come ogni genere, il Punk Brutto ha le sue band di riferimento e i suoi capolavori, ammesso che sia consono usare una tale parolona in questo contesto. Ha padri nobili: la scuola hardcore finlandese di Kaaos, Rattus e Riistetyt; G.B.H., UK Subs; e via a risalire indietro fino al garage più grezzo e underground dei '60. Anche l'Italia, la terra del bel canto e del bel suono, non poteva non partorire, per contrasto, un discreto nugolo di Punk Brutto; una delle opere più famose e rappresentative in tal senso è "Vivere La Merda", primo e unico lavoro degli udinesi Piscia Korsakov datato 1997.

Facile quindi individuare le coordinate stilistiche della band, dal momento che il Friuli ha sempre avuto un ruolo centrale nella diffusione del punk più primitivo nella penisola: basti pensare ai seminali Hitler SS, o ai fondamentali Eu's Arse, Upset Noise e Warfare negli '80, tutte primarie ispirazioni per i Korsakov. "Vivere La Merda" presenta quindi otto tracce quasi tutte diventate classici fra gli appassionati, non solo italiani. Otto tracce violentissime per intensità, sgraziate ben oltre la soglia dell'amatoriale, senza messaggio che sia più profondo di quello contenuto già nel titolo: Non mi avrete mai, No eroina, Repressione. E neanche c'è bisogno di approfondire: è già perfettamente chiaro attraverso le urla strozzate di Robi la cantante, in grado di comunicare il disagio sociale meglio di uno psicologo. Sono da segnalare almeno l'angosciante Vivere Merda, che darà il nome alla band nata dalle ceneri dei Piscia Korsakov, la cover di Pregherò, a sua volta rifacimento di Stand By Me, qui proposta con una violenza inaudita che ne aumenta l'efficacia del testo ben oltre la versione originale di Celentano, e soprattutto Tutti Punx, la più famosa (e orecchiabile, per quanto si possa considerare tale) del lotto, inno all'alcool e al divertimento intenso come pochi.

Non è, ovviamente, roba per tutti, neanche per gli intenditori di punk più accaniti, e non è neanche un gioiello misconosciuto, o una perla nascosta sotto gli strati di luridume. No, questo è un album che puzza, che urla, con cui non si ragiona e che non fa ragionare, suonato male e registrato peggio. Per me, è irresistibile. E se riuscite ad ascoltare molto attentamente, forse potrete carpire fra questi solchi la vera essenza del punk primigenio.

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