Il primo album di un gruppo incredibilmente ironico, tagliente e sfacciatamente dotato di grande tecnica musicale.
Prodotto da quel genio di Otar Bolivecic, già scopritore degli Elio e le storie tese, questo album di reagge veneto entra prepotentemente nella storia della musica dialettale, confermandosi un vero Cult.
Il frontman del Gruppo chiamato Sir Oliver Skardy, è un personaggio strano: fortemente strabico, sempre fumato e se incontrato per i ponti e i calli di Venezia lo si può tranquillamente confondere con un Clochard....ma la cosa più bella è che di professione fa il bidello!!!!!
Questo disco è pregno di buona musica che fa da sottofondo a testi ora impegnati (politica, liberalizzazione droghe leggere, inquinamento), ora più frivoli.
Il primo singolo estratto è Pin Floi che probabilmente è il pezzo più conosciuto del gruppo; la canzone narra del concerto fatto dai PinkFloyd in Piazza San Marco a Venezia neglia Anni 90 e, con tanta ironia tagliente, si denuncia il comune che approva : ".. conserti de queste dimensioni proprio a Venessia"; ed il ritornello si stampa nel cervello: "Oi ndemo a vedere in Pin Floi, Oi ndemo a vedere i Pin Floi".
Il pezzo che da il titolo all'Album è un reagge particolare che prende spunto da suoni noir con un sax che ne fa da padrone! Prendono in giro i politici di allora : "Quei che comanda, i se proprio na Bruta Banda, piu che ndemo avanti... de cantaieo non saremo mai stanchi...". Splendido!!...
Il disco è un susseguirsi di suoni, colori e spensierate emozioni regalando pezzi storici della band come Marghera (città natale del gruppo strapiena di fabbriche), Bateo (unico locale di Marghera) e Bienal (descrizione della Biennale di Venezia) che non parla dicinema ma bensì: "ieo, ieo, quanta mona che gheè ala Bienal".
Di canzoni d'amore ve n'è una sola: Bea Fia.... "...che bea che ti sè, ti me piase davero, adeso si me tise te piaso un poco anca mi", un gran pezzo d'atmosfera.
Troviamo in conclusione anche una cover della scanzonata "La mia moto" di Jovanotti; il titolo diventa "So mato par la mona", che in questo pezzo viene osannato con frasi celebri come "...so mato par la mona, piu mato che i cavai"...divertentissimo.
Gli altri pezzi scivolano via con piacere, raccontando sempre in chiave reagge i malumori lagunari che i "Nostri" sono costretti a sopportare.
Un disco sicuramente originale, un disco dialettale sincero, vivo e coinvolgente che, inserito nel lettore, tramuterà una giornata uggiosa in soleggiata e frizzante.
Ultima menzione per la copertina dove Skardy viene ritratto con gli occhi senza pupille (citazione da una vecchia publicità progresso contro la droga) e affianco vi è un leoncino (logo del gruppo) che esclama: "CHI LEGA TI SPEGNE".... i Pitura si che ce l'hanno duro...!!!!...
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