Non so se sia lo shoegaze nelle varie salse ad esser tornato in auge ultimamente o essere io ad esserci andato incontro con maggior convinzione, ma ultimamente le proposte non mancano.

I Pity Sex (che se non venisse in mio aiuto il web, avrei seri problemi a presentare) arrivano dalla giovane cittadina universitaria di Ann Arbor nel Michigan. Sono quattro, tre ragazzi e una ragazza, due voci una maschile, quella di Brennan Greaves, e una femminile quella di Britty Drake (nome a me già noto in quanto aveva collaborato in un pezzo dell’ultimo degli Airs), che si dividono equamente i pezzi. "Feast Of Love" può essere considerato il loro debutto espanso dopo i due precedenti ep.

A differenza degli Airs che fondono la materia con il post-hardcore e la declinano con un attitudine lo-fi, i suoni dei Pity Sex sono molto più rassicuranti e solari flirtando con il pop-punk quello genuino e dando vita ad un quadretto mica male.

Un monicker quanto meno curioso, non facilmente traducibile, dà voce a dieci pezzi che scorrono veloci e lisci nei suoi 28 minuti di durata.
Dalla scelta dei titoli a quello dell’artwork si capisce quali esperienze verranno raccontate attraverso i loro testi.

Tra i vari pezzi i più riusciti sono quelli dove compare la voce maschile nonché più veloci come “Wind-up” (fuzzy-solo), “Drown Me Out” e “Honey Pot”, rispetto a quelli più lenti cantanti da Britty (penso a “Hollow Body”).

Shoegaze all’acqua di rose e non è una brutta cosa.

3.5/5

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