Un flash emozionante e capillare l'ascolto di "surfer rosa" dei Pixies, perchè ricco di quelle manifestazioni esaltanti che solo la musica di Francis Black e soci può creare.
Questa forma di garage-rock-indie è iconoclasta di un suono che si muove tra crepitii stridenti di chitarra, giri di basso taglienti in UNA forma canzone esasperata dalla prepotenza punk e dal lugubre lamento gorgeggiante di Black, un vero capolavoro.
In particolare sono brani come "BONE MACHINE CACTUS", che danno verse a questo disco, perchè figli della stessa matrice hard core-punk deigli 'Husker du' e degli 'Sonic Youth', insomma la stessa dissacrazione sonora lo stesso fendente chitarristico.
Inoltre la carica raffinata di uno brano come "Where is my mind?", da calore ad un disco estremamente vario e a volte border line. Le altre traccie risaltano di queste influenze figlie di un punk che trova e ritrova altri agganci come il blues_folk di alcuni brani come "Vamos", e asta de encanta, e soprattutto i contorni noise di "broken face", "levitate me".
Black, condensa così i suoni chitarristi in un perfetto pastone che in anni successivi sarebbe diventato debitore di gruppi come Nirvana e ecc.....
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