Sembra quasi un gioco.

Imbracciare la chitarra come rimedio alla noia e lasciarsi trascinare dai sentimenti, dall'istinto.
Rid of Me è figlio di quegli ottanta appena terminati, manifesto del nuovo decennio, grazie anche ad una immagine di copertina estremamente evocativa. Un bianco e nero gelido, scarno come il viso di Polly Jean, carico di passione come le sue labbra; e così è la produzione di Steve Albini, asciutta ed elaborata al contempo. Le asperità sonore si fanno più ardue proprio quando è la cantautrice a prendere in mano la produzione, in quella "Man-Size Sextet" arricchita si dagli archi, ma anche più caotica e scombinata rispetto al resto del disco.
E' come sentire Patti Smith filtrata attraverso le distorsioni dei Jesus and Mary Chain ("Dry" su tutte). Un blues contorto, intriso di punk, come in "Me-Jane", ironica esposizione del rapporto tra Tarzan e la sua compagna.
Dodici anni fa, ma tutto è ancora così attuale e a ripensarci nulla è cambiato, le tendenze odierne sono le stesse.
Pj è ancora lì, nel deserto polveroso, baciata dal sole rosso. Lontana da casa, ma vicina al cuore.

"I'd burst in
full to the brim"

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